Centotrentotto giorni dopo l’arresto, Roberto Barbagallo torna in libertà. Il tribunale del Riesame questa mattina ha accolto la richiesta avanzata dai legali dell’ex primo cittadino di Acireale, gli avvocati Enzo Mellia e Pierfrancesco Continella, che avevano impugnato l’ordinanza di custodia cautelare emessa nell’ambito dell’inchiesta Sibilla, che vede Barbagallo accusato di corruzione elettorale.
La vicenda giudiziaria è esplosa il 23 febbraio, a poche settimane dalle elezioni politiche, nelle quali sarebbe stato protagonista Nicola D’Agostino, candidato del centrosinistra e politico di riferimento dell’ex sindaco. L’arresto, eseguito dagli uomini della Direzione investigativa antimafia, era stato disposto per evitare la possibile reiterazione del reato che Barbagallo avrebbe commesso poco prima di un’altra campagna elettorale: quella relativa alle Regionali dello scorso anno.
Era ottobre, infatti, quando l’allora primo cittadino avrebbe chiesto al vigile urbano Nicolò Urso di recarsi da due ambulanti per accertare l’irregolarità della loro posizione e di conseguenza sanzionarli. L’intervento sarebbe stato stimolato esplicitamente per creare le condizioni affinché i due commercianti – anche loro rinviati a giudizio – decidessero di contattare il sindaco per evitare la sanzione. Incontro nel corso del quale Barbagallo avrebbe chiesto il supporto elettorale per lo stesso D’Agostino, poi eletto all’Ars con la lista Sicilia Futura e non coinvolto nelle indagini.
Il processo per l’ingegnere acese, che ha trascorso un mese in carcere per poi essere trasferito ai domiciliari, è iniziato il 3 luglio, e la prossima udienza è fissata a ottobre. Per ora però ad attendere Barbagallo c’è il ritorno nella città che, quattro anni fa, aveva garantito di volere cambiare. La stessa che in questi mesi, almeno in una sua parte, non ha esitato a riconoscergli stima e affetto, in attesa della scarcerazione.
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