Acireale, cosa accade dopo dimissioni del sindaco Commissario traghettatore e poi si andrà al voto

La firma del sindaco Roberto Barbagallo in calce alla lettera in cui vengono messe nero su bianco le sue dimissioni. Una scelta, sottoscritta in una sala della casa circondariale di piazza Lanza, dettata dalla «sensibilità istituzionale» dell’ingegnere della frazione di Aci Platani, diventato nel 2014 sindaco di Acireale. Il sui legali, Enzo Mellia e Piero Continella, sono stati impegnati per diverse ore nell’interrogatorio di garanzia a cui è stato sottoposto il loro assistito. Da smontare ci sono accuse e una frase intercettata diventata il simbolo dell’inchiesta: «M’aggiuva ’na cosa elettorale…». Barbagallo è finito in manette venerdì scorso nell’ambito del blitz Sibilla. Indagine, coordinata dalla procura di Catania con delega alla guardia di finanza, che ha fatto luce su un presunto giro di corruzione, induzione indebita e turbativa d’asta. Diciassette persone indagate in tutto, otto delle quali destinatarie di misure cautelari. 

Lo scenario di queste vicenda mischia due livelli in continua evoluzione: giudiziario e politico. L’arresto del sindaco, da subito, ha creato imponenti ed inevitabili sussulti nello scacchiere politico acese. Troppa la vicinanza tra il primo cittadino e il deputato regionale di centrosinistra Nicola D’Agostino, non indagato ma inconsapevole beneficiario dei voti che il suo delfino politico avrebbe tentato di procacciare per lui, per l’accusa in maniera illecita, alla vigilia delle elezioni regionali 2017. «Una scelta da rispettare e che condivido», commenta a caldo D’Agostino affidandosi alla sua pagina Facebook. Adesso per Acireale inizierà un periodo di transizione. Le dimissioni diventeranno efficaci passati 20 giorni da quando verranno presentante in Consiglio comunale. La palla passerà quindi all’assessorato Enti locali. Da Palermo arriverà la nomina di un commissario regionale. Una sorta di traghettatore che si occuperà di amministrare la città dei cento campanili per pochi mesi. Contestualmente all’incarico decadranno la giunta ma non il Consiglio comunale: l’obiettivo finale sarà quello delle amministrative anticipate, previste in primavera. 

Nel 2014 Acireale aveva incoronato Barbagallo con un plebiscito di voti. Oltre il 60 per cento delle preferenze dopo il ballottaggio con il candidato di centrodestra Michele Di Re. Prima di stringere al petto la fascia tricolore era stato assistente parlamentare proprio di D’Agostino, ai tempi capogruppo all’assemblea regionale siciliana del Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo. Il quadro politico acese adesso è del tutto sconquassato. Il riferimento politico di Barbagallo, riconfermato a Palermo con Sicilia futura, è candidato con il Partito democratico al parlamento nel collegio uninominale di Acireale. In una sfida che lo vede contrapposto con l’intramontabile ex missino Basilio Catanoso e con la cinquestelle Giulia Grillo. Dopo il 4 marzo sarà tempo di amministrative ma il toto nomi è già partito. Tra questi, sebbene il diretto interessato esclude categoricamente, si vocifera il ritorno dell’ex sindaco di centrodestra Nino Garozzo. Dieci anni sulla poltrona più ambita di via Lancaster, da quattro anni si è rituffato a pieni giri nella professione forense, tanto che oggi assiste uno degli arrestati nel blitz Sibilla, l’ingegnere Giovanni Barbagallo

«Sono concentrato esclusivamente sul mio mandato da legale. Ho fatto una scelta precisa e non intendo tornare indietro», commenta a MeridioNews dopo l’interrogatorio del dirigente comunale davanti al giudice Giovanni Cariolo. Altri nomi che in queste ore vengono sussurrati per le strade di Acireale sono quelli di due ormai ex assessori della giunta Barbagallo: Francesco Fichera e Antonio Coniglio. Il movimento neofascista CasaPound, intanto, con una nota indirizzata alla stampa annuncia di volersi presentare alle prossime amministrative del Comune di Acireale con un suo candidato e un suo programma elettorale. Nomi non ce ne sono, ma per avere qualcosa di veramente concreto però bisognerà ancora attendere. 

Dario De Luca

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