Se non proprio la pace, quantomeno un punto di incontro. La diatriba tra il Comune di Acireale e l’Anpi sulla programmazione del 25 aprile – quando per la città sfileranno le macchine infiorate in una prima assoluta del carnevale primaverile – pare essersi placata. Dopo che nei giorni scorsi l’Associazione nazionale partigiani italiani aveva minacciato di denunciare il sindaco Roberto Barbagallo, per la mancata concessione del suolo pubblico, è di oggi la notizia dell’accordo secondo cui il giorno della ricorrenza della liberazione anche nella città dei cento campanili si terrà un momento di commemorazione.
La decisione è stata presa ieri, nel corso di un incontro nella prefettura di Catania, a cui hanno preso parte anche i parlamentari nazionali Francesco Campanella (Sinistra italiana), Luisella Albanella e Giovanni Burtone (Partito democratico). Con loro i referenti locali dell’Anpi, il primo cittadino acese e il presidente della Fondazione Carnevale, Antonio Coniglio. «Il dialogo porta sempre a una soluzione. E anche questa volta sono felice che da un confronto serrato sia nata una soluzione per il 25 aprile ad Acireale», ha dichiarato Campanella a margine della riunione.
Stando agli accordi, il Comune si impegna a far sfilare le macchine infiorate senza prevedere alcun’altra manifestazione di ispirazione carnascialesca. «L’evento – ha proseguito Campanella – sarà inoltre interrotto nel pomeriggio per lasciare spazio a un momento dedicato alla memoria dei partigiani». Previsto anche un intervento di Barbagallo.
Quella sul carnevale dei fiori – successivamente ribattezzato festa dei fiori – è una polemica che è andata avanti da inizio anno, quando il presidente della fondazione annunciò di voler destagionalizzare il carnevale sfruttando il ponte lungo del 25 aprile. Un’occasione per attirare turisti, ma che in poche ore diede il la a una serie di polemiche. Con il passare delle settimane, l’amministrazione Barbagallo aveva tentato di mitigare le acque annunciando l’intitolazione di un largo alla liberazione. Ma gli equilibri si erano nuovamente incrinati qualche giorno fa con la negazione del suolo pubblico.
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