«Abbiamo speso i nostri capitali per qualcosa di cui finora non abbiamo né il possesso né la titolarità». Con queste parole Davide Trovato, presidente della Confederazione nazionale artigianato e della piccola e media impresa (Cna) acese, si fa portavoce di se stesso e di chi, come lui, nel 2011 ha deciso di acquistare un lotto nella zona artigianale e industriale pensata in via Volano un anno prima.
All’epoca, con un finanziamento europeo, la regione consentiva le opere di urbanizzazione delle aree artigianali attraverso la realizzazione di marciapiedi, illuminazione, acque reflue e altri servizi utili. I piccoli imprenditori acesi, che avevano accolto favorevolmente l’iniziativa decidendo di investire i propri risparmi per acquistare i terreni, oggi ancora dopo sette anni non godono del diritto di proprietà.
Trenta in tutto le frazioni catastate, per un bando che è ancora aperto a chiunque voglia parteciparvi. «Presi dall’euforia, ci aggiudicammo i lotti – racconta Trovato a MeridioNews -, e otto delle persone che hanno impegnato i propri capitali fanno parte della mia associazione». E i ventitré che hanno deciso di acquisire i terreni rientravano tutti nei requisiti elencati dagli organi comunali.
Dal 2010, la situazione non pare essere decollata. A pesare è stato soprattutto l’atto con il quale, nel 2014, la soprintendenza obbligava il comune di Acireale a modificare il bando nella parte relativa all’area della zona artigianale che si trova, infatti, all’interno dell’area archeologica delle Terme di Santa Venera al Pozzo.
In particolare, gli emendamenti riguardavano l’altezza dei capannoni che secondo gli esperti non dovevano superare i sei metri e mezzo, misura che inizialmente era invece stata fissata a undici metri. Nasce una vera e propria querelle tra l’amministrazione comunale e la Regione.
«Lo scorso luglio – continua il presidente della Cna acese – il sindaco Roberto Barbagallo è venuto incontro agli artigiani partecipando a una riunione durante la quale ci ha garantito che, in breve tempo, ci sarebbero stati tutti i pareri positivi da parte della Regione. Bastava, in pratica, attendere i tempi del cosiddetto “silenzio assenso” alle controdeduzioni fatte dal Comune. Abbiamo aspettato tre mesi ma nessuna risposta ci è ancora arrivata».
Il rischio è che questa attesa sia nociva per gli artigiani. Infatti, proprio in questi giorni la regione Siciliana ha predisposto un finanziamento, con una percentuale fino al 45 per cento a fondo perduto, a favore dei piccoli imprenditori proprio per la costruzione di capannoni.
«Questo bando, che si apre il 9 ottobre e prosegue fino a esaurimento fondi, sarebbe un’opportunità importante per gli artigiani che hanno investito anche cifre importanti che vanno dai cinquanta ai novantamila euro per acquistare i terreni acesi – afferma Trovato – ma loro non possono parteciparvi perché uno dei requisiti per poter espletare le pratiche è proprio l’atto d’acquisto che dimostri il reale possesso del terreno». Il primo cittadino di Acireale, intanto, rassicura gli artigiani certo che la titolarità sul terreno non precluda l’accesso al bando.
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