Un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di cinque persone, una detenuta agli arresti domiciliari e le altre quattro in carcere. L’ha emessa il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catania, su richiesta della procura, perché il gruppo è accusato di essere una «consolidata e pericolosa banda» di pregiudicati dediti ai furti in villa. In manette sono finiti Giuseppe Di Stefano (nato a Catania il 24.06.1981), Umberto Minnella (ai domiciliari, nato a Catania il 19.12.1995), Antonino Pino (nato a Catania il 20.09.1990), Salvatore Faro (nato a Catania, 04.11.1991) e Davide Leanza (nato a Catania, 21.12.1976). I reati contestati, in concorso, sono di furto pluriaggravato, ricettazione e possesso ingiustificato di chiavi alterate o di grimaldelli.
Le indagini, condotte dagli agenti di Acireale, sono cominciate lo scorso 28 marzo: a essere presa di mira una villa nella zona di Guardia Mangano. Alcune persone, col volto coperto da passamontagna, erano entrate nell’abitazione e avevano portato via orologi di pregio, giubbotti di marca e gioielli. Poco tempo dopo, cinque persone erano state fermate a bordo di un’auto di grossa cilindrata dagli agenti del commissariato acese. Dai cui uffici, proprio dopo il furto, era partito l’ordine di intensificare i controlli del territorio soprattutto in orari serali e notturni. E in zone non centrali, cioè quelle che sarebbero state colpite più facilmente.
Nel corso del controllo alla macchina, sotto ai sedili anteriori sarebbero stati ritrovati alcuni scaldacollo, guanti da lavoro e un cacciavite. Strumenti che hanno insospettito gli inquirenti, tanto da disporre le perquisizioni domiciliari. In casa degli uomini, tutti residenti tra Cibali e Nesima, a Catania, sarebbero stati scoperti bracciali, pellicciotti, giubbotti, orologi e anche due computer portatili, risultati questi ultimi provenienti da un furto commesso nella zona di Viagrande nel mese di febbraio.
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