Impossibilità di dare seguito agli impegni di spesa e il timore – per ora rientrato – di non poter pagare gli stipendi dei dipendenti. All’indomani della conferenza stampa indetta per smentire l’esistenza di un caso gettonopoli, le notizie provenienti dal Settore programmazione e gestione contabile e finanziaria del Comune rischiano di riaccendere le polemiche ad Acireale. A destare scalpore, infatti, è la decisione della Ragioneria di restituire agli uffici alcune determine che prevedevano piccoli interventi riguardanti la manutenzione del territorio, come nel caso della scerbatura o dell’acquisto di materiale elettrico da utilizzare per il ripristino degli impianti di illuminazione pubblica, in molte zone deficitario anche a causa della tromba d’aria che si è abbattuta sulla città il 5 novembre scorso. L’impossibilità è dovuta a un motivo ben preciso: la mancanza di liquidità nelle casse del Comune.
La conferma arriva dal caposettore Maria Antonia Battaglia: «Abbiamo pagato gli stipendi dei dipendenti proprio ieri – spiega -. È vero, per qualche giorno si è temuto di non riuscire a farlo entro il mese di aprile, ma fortunatamente il ritardo rispetto al canonico 27 del mese è stato soltanto di due giorni». Pagamenti che sono stati possibili grazie soltanto alle entrate delle ultime ore, specialmente quelle riguardante la tassa sui rifiuti: «La situazione ad Acireale è simile a quella di altri Comuni – continua Battaglia -. Considerato che le risorse provenienti da Stato e Regioni si sono sempre più ridotte, oggi gli enti locali devono fare affidamento perlopiù sugli introiti provenienti dai tributi; così il pagamento del conguaglio della Tari che scade proprio oggi potrà dare una boccata d’ossigeno alle casse del Comune».
Difficoltà che è possibile affrontare soltanto ricorrendo alle banche: «Per l’anno 2015 abbiamo affrontato il pagamento di servizi come la raccolta rifiuti e gli stipendi soltanto grazie alle nostre risorse, facendo ricorso alla tesoreria – continua la responsabile – Lo Stato non ci ha dato ancora nulla per il 2015, mentre la Regione ci deve ancora due milioni e 300mila euro soltanto per il 2014 per i contrattisti che operano nel nostro Comune». Per quanto riguarda i tributi, però, a pesare è anche l’incapacità da parte dell’ente di riuscire a riscuotere tutte le entrate che gli spetterebbero: «Di solito – spiega Battaglia – a pagare è circa il 65 per cento dei contribuenti; per il restante 35 per cento facciamo ricorso a Riscossione Sicilia che però, per un motivo o per un altro, fa fatica a recuperare l’intero credito».
In tale contesto, come detto, si inseriscono le difficoltà di mettere in atto le azioni amministrative destinate al territorio. «La restituzione degli impegni di spesa avviene perché siamo obbligati a verificare gli equilibri di bilancio costantemente – sottolinea la responsabile della gestione finanziaria – Tutte le spese devono essere garantite da altrettante entrate. E anche se certe spese sono previste nel bilancio, io da ragioniera generale dell’ente devo sapere se concretamente quelle risorse sono disponibili». Tra i problemi che inciderebbero di più ci sarebbe una frenata nel settore delle concessioni edilizie: «La maggior parte delle spese che il Comune affronta per la manutenzione delle strade – prosegue Battaglia – è finanziata con gli oneri di urbanizzazione, ovvero i proventi ricavati dalle concessioni edilizie. Oggi, però, siamo indietro rispetto agli altri anni, complice la crisi».
Sulla salute finanziaria del Comune di Acireale, che nei mesi passati ha visto più volte confrontarsi aspramente la nuova amministrazione guidata dal sindaco Roberto Barbagallo e l’ex sindaco Nino Garozzo, la ragioniera generale commenta: «La passata amministrazione presentò un bilancio consuntivo (anno 2013, ndr) sano ed equilibrato, ma con una grossa fetta di residui attivi. Parliamo di circa 30 milioni di crediti che il Comune vanta, risorse che aiutano da un punto di vista formale la situazione finanziaria ma su cui poi concretamente non posso fare affidamento per affrontare le spese della quotidianità».
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