La strada verso l’abbattimento dell’ecomostro sulla Timpa di Acireale ha fatto un ulteriore passo avanti. Il sindaco Roberto Barbagallo ha annunciato la concessione da parte dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente dell’autorizzazione per la demolizione del manufatto che da decenni insiste nella frazione di Santa Caterina e, soprattutto, all’interno della riserva naturale: «Dopo decenni, in pochi mesi riusciremo a ridare la giusta dignità a una delle riserve naturali più preziose della Sicilia – dichiara il sindaco -. A un mese dalla firma della convenzione tra il Comune di Acireale e l’assessorato regionale alle Infrastrutture e mobilità, arriva il parere dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente e sappiamo che a giorni arriverà anche il parere dell’Azienda foreste». Restano aperte altre due importanti tematiche ambientali: l’istituzione del geosito nell’area della Timpa e, soprattutto, la bonifica del sito delle ex Acque minerali Pozzillo.
Il programma per la demolizione sembra essere chiaro. Per metà giugno è previsto un incontro con tutte le parti in causa: «L’ufficio del Genio civile ha convocato una conferenza di servizi con tutti gli enti e si avvierà la fase operativa con la pubblicazione del bando di gara», spiega il primo cittadino. Il progetto riguarderà anche le fondamenta del fabbricato, con l’obiettivo di «creare le migliori condizioni possibili per l’attecchimento della vegetazione naturale» e l’eventuale piantumazione di specie autoctone. Sui tempi di avvio l’amministrazione comunale si dichiara ottimista: «Rispettando tutte le prescrizioni, potremmo riuscirci prima dell’estate».
Novità si registrano anche per quanto riguarda l’istituzione del geosito nell’area della Timpa, a ridosso dei basalti colonnari dell’ex grotta delle colombe. Salutata con soddisfazione dall’amministrazione Barbagallo dopo le polemiche per aver deciso in un primo tempo di proseguire nell’iter – ereditato dalla giunta Garozzo – di realizzazione di una barriera soffolta nell’area. Un intervento osteggiato con forza da Legambiente ed esperti, a causa del pesante impatto sull’ecosistema. Scongiurato, però, il rischio di dover restituire la parte di finanziamento regionale già spesa negli anni passati, il progetto è stato messo da parte, aprendo all’istituzione del geosito. «È un ulteriore passaggio per la tutela, la valorizzazione e la promozione dei nostri luoghi – dichiara l’assessore all’Ambiente Francesco Fichera -. L’area si presterà a diventare oggetto di studi per i ricercatori. Il percorso avviato nel 2014 con Legambiente, oltre al decreto d’istituzione del geosito, ci ha portati a rimodulare il progetto per contrastare l’erosione, che non prevede alcun barriera in mare ma solo interventi di consolidamento sul costone».
È proprio sulla messa in sicurezza del costone si attendono novità. Con un po’ di preoccupazione, tra addetti ai lavori e non, per eventuali misure che potrebbe minare la naturalità dell’area. Ad esempio nella zona meglio conosciuta come Compagno Matteo, luogo simbolo per generazioni di giovani e che prende il nome da un militante di Lotta continua che nel ’77 perse la vita durante un’immersione nelle acque sottostanti. A fare chiarezza è lo stesso Fichera: «Escludo interventi che possano deturpare il paesaggio – commenta -. In quel punto è presente un masso che, secondo i sopralluoghi della Protezione civile, sarebbe pericolante. La messa in sicurezza comunque può avvenire solo sotto il vaglio dell’ente gestore della riserva, ovvero l’Azienda foreste demaniali. Poi – conclude l’assessore – andrebbe ripristinata parte della staccionata ma parliamo di misure ecocompatibili».
A impensierire maggiormente l’amministrazione, ma soprattutto i residenti, è invece la mancata bonifica della copertura in eternit dello stabilimento delle ex Acque Pozzillo. Sulla vicenda, sul finire dello scorso anno, si sono espressi il Tar e il Consiglio di giustizia amministrativa, dando entrambi ragione al Comune in merito all’ingiunzione alla demolizione per la Sidoti Acque spa, società proprietaria dell’immobile. Da allora, però, nulla è stato fatto. «Non stiamo sottovalutando il problema – sottolinea l’assessore all’Ambiente -. È vero, possiamo agire in danno al proprietario e non avere ricadute sul bilancio del Comune, ma il problema al momento è reperire la liquidità per la bonifica». Circa 350mila euro che, secondo i più critici, si sarebbe potuto iniziare a raccogliere dando priorità a Pozzillo e non, ad esempio, al trasferimento di 50mila euro alla fondazione Bellini, creata per gestire i teatri comunali ma ancora inattiva. «La programmazione va fatta su diversi settori – replica Fichera -. Proveremo anche a coinvolgere la Regione». Lo scorso settembre, l’amministrazione acese si era detta convinta di poter partire con la bonifica entro l’autunno. Adesso, sui tempi della bonifica, Fichera preferisce non esporsi: «Al momento non è possibile».
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