«Non vogliamo cure. Devono darci ciò che ci spetta, i nostri soldi». Con un filo di voce Caterina Di Bella, dipendente dell’Ipab Oasi Cristo Re di Acireale che -insieme alla collega Lucia Ragusa – da giovedì scorso si è incatenata al cancello della struttura assistenziale, ribadisce la ferma volontà di andare avanti nella protesta. Che, ogni giorno che passa, si fa più drammatica, non solo per i motivi a monte dell’agitazione – il mancato pagamento delle ultime tredici mensilità – ma anche per le condizioni di salute delle due lavoratrici. Stamane, infatti, i colleghi delle due donne hanno più volte proposto di far ricorso ai sanitari del 118 per prestare loro le cure necessarie, ipotesi che però è stata fermamente rifiutata dalle due manifestanti.
«Siamo un po’ in pensiero – dichiara Franco Barbagallo, portavoce dei dipendenti che non si riconoscono in alcuna sigla sindacale -. Una delle due donne soffre di diabete e le sue condizioni non sono rassicuranti. È per questo che abbiamo deciso di monitorare i loro parametri costantemente e non è da escludere che si debba ricorrere al 118». Barbagallo ha poi lanciato un appello, l’ennesimo, alla dirigenza dell’Ipab: «Auspichiamo che dall’amministrazione si velocizzino tutte le pratiche per valutare la disponibilità di pagamento degli arretrati da parte del Comune di Mascalucia. Ogni giorno che passa siamo sempre più con l’acqua alla gola e non si può perdere troppo tempo dietro a lunghi iter burocratici».
Il portavoce dei lavoratori Ipab, che ha confermato la possibilità che la mensilità di luglio 2013 possa essere sbloccata a partire dalla prossima settimana, ha poi parlato dei crediti che la struttura vanta anche con il Comune di Catania: «Oltre 300mila euro mancanti fanno riferimento all’accoglienza data a circa una ventina di minori extracomunitari, che l’Oasi Cristo Re ha accolto al proprio interno – conclude Barbagallo – Questi giovani sono ospitati dalla nostra struttura ormai da diversi mesi, però i soldi per coprire i costi e i compensi del personale non sono mai arrivati. La speranza è che Bianco possa dare una risposta concreta al più presto».
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