«Faceva fatica ad alzarsi e a camminare, l’occhio era in condizioni impresentabili a causa di una vistosa infezione. Quasi esanime, non respirava bene». Sono le parole che usa Giada D’Antoni a MeridioNews per descrivere le condizioni del gatto che le è stato segnalato due giorni fa nella strada che da Santa Maria la Stella porta alla frazione di Lavinaio, territorio di Aci Sant’Antonio. L’attivista, residente nel Comune dell’Acese, da anni cerca di dare assistenza agli animali randagi.
Le condizioni preoccupanti del felino hanno spinto Giada ad avvisare il comandante dei vigili urbani, per poi trasportare il povero animale nel centro veterinario più vicino. «Dal primo controllo si pensa che il gatto sia stato investito – afferma ancora Giada – Oltre a rischiare di perdere l’occhio a causa dell’impatto, l’animale ha riportato danni alla mandibola e al setto nasale». Il veterinario, prima di operare l’occhio in pericolo, da una radiografia ha riscontrato un oggetto all’interno che potrebbe fare pensare al piombo di un proiettile: «Le ipotesi potrebbero essere diverse, di sicuro è stato investito. Non si esclude pure che prima di essere investito gli abbiano potuto sparare, ma al momento non abbiamo la certezza». Tutto è ancora insomma da accertare.
L’attivista e dog sitter, poi, fa un po’ di storia. Non è la prima volta che un gatto in quelle zone venga investito. «Non so dire se i gatti diano fastidio a qualcuno, ma mi hanno riferito che di notte capita spesso che i felini vengano travolti dalle automobili una volta che sono per per strada a rovistare tra le buste di immondizia – continua -. Nella maggior parte dei casi mi occupo dei cani, ma spesso le problematiche sono comuni». Giada, infatti, parlando del suo attivismo svolto di concerto con i locali vigili urbani e le associazioni animaliste, ne approfitta per spiegare che non è facile contrastare il randagismo e assicurare soccorso agli animali.
Quando un animale si trova vittima di un incidente, la prassi vuole che sia l’Asp veterinaria ad intervenire contattando il veterinario. Questo, secondo Giada, a volte risulta complicato: «L’Asp veterinaria fa quel che può. Ma, in alcune ore del giorno e in base a dove avviene l’incidente, l’intervento rischia di non essere immediato, mettendo così a rischio la possibilità di salvare l’animale». In questo caso, è stata proprio Giada a invocare l’aiuto delle autorità competenti: «A tal proposito mi auguro che venga fatta ancora più sensibilizzazione per abbattere la triste piaga del randagismo – conclude – Ma soprattutto che sul territorio sia presente una rete di immediato soccorso agli animali che si ritrovano vittime di incidenti».
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