L’impianto di pirolisi ad Aci Sant’Antonio non si farà. Lo annuncia il primo cittadino Santo Caruso dopo avere ricevuto una nota dal Consorzio artigiano edile Comiso (Caec). Cooperativa con la quale lo scorso 18 novembre il Comune aveva stipulato un protocollo d’intesa propedeutico alla realizzazione di una struttura per il trattamento dei rifiuti. Ma adesso la società della provincia di Ragusa ha fatto un’indagine con degli studi a livello industriale, decidendo a sorpresa di ritirare il progetto.
L’impianto di pirolisi che sarebbe dovuto nascere nel paese etneo aveva l’obiettivo di smaltire i rifiuti organici e di potatura attraverso un processo di decomposizione a elevate temperature, senza la presenza di ossigeno. Il prodotto della decomposizione è un gas che avrebbe potuto essere convertito in fonte di energia. Secondo alcuni studiosi emette esigue quantità di diossina, nonché piccole dosi di particelle tossiche. A fronte di un’ingente quantità di anidride carbonica. Sulla vicenda però una buona parte dei santantonesi in questi mesi hanno espresso il loro dissenso. Preoccupazioni legate perlopiù al sito che avrebbe dovuto ospitare l’impianto – ancora sconosciuto – e al tipo di materiali, oltre a quelli indicati nella convenzione, che sarebbero stati effettivamente conferiti. Quindi un rischio, secondo i cittadini, per la propria salute. Dubbi e paure che hanno spinto i residenti ad organizzare dibattiti, fino a formare un comitato cittadino.
Insomma, l’impianto di pirolisi ha dato il via ad una vera e propria bufera che ha infuocato anche il contesto politico locale. Tutto condito da un ricorso al tribunale amministrativo regionale da parte degli ambientalisti dell’associazione Rifiuti Zero. Procedimento a cui l’ente comunale si è subito opposto. Nello stesso novembre, infatti, i componenti dell’associazione avevano fatto ricorso alla giustizia amministrativa per verificare la regolarità della convenzione. L’amministrazione comunale è stata inoltre accusata di non rispettare i passaggi dettati dalla Società di regolamentazione della raccolta rifiuti (Srr), secondo la quale «un Comune non può stabilire se dare vita o meno ad un impianto di questo tipo senza seguire nemmeno i protocolli degli appalti», come aveva già in precedenza affermato a MeridioNews il presidente Salvo Cocina.
«Vi era solo un protocollo d’intesa da valutare. Noi volevamo capire a cosa avrebbe portato l’impianto di pirolisi – afferma Santo Caruso a MeridioNews – con l’obiettivo di migliorare la differenziata». «Sul ricorso al Tar c’è un procedimento in corso – scrive invece il primo cittadino su Facebook – e sarà l’ente terzo a dare ragione a qualcuno». Parole destinate a chi, a parere suo, ha fatto della questione una strumentalizzazione politica, una «virulenta polemica pretestuosa montata ad arte, figlia di cattiva informazione». Diversamente Caruso si rivolge al Movimento 5 stelle definendo i rappresentanti come «saggi e propensi al dialogo».
Degli attivisti santantonesi si fa portavoce la deputata regionale Angela Foti, che in una nota diffusa ieri esprime soddisfazione poiché «l’opera non andrà in porto». «Abbiamo seguito la vicenda ritenendola una stravaganza creativa dello stesso sindaco – spiega Foti – che proponeva una gestione di rifiuti autonoma con affidamenti diretti e non pianificati, quindi, in richiamo ai dettati normativi». I pentastellati si erano fatti promotori di un evento che si svolgerà giorno 8 aprile: «Siamo contrari alla pirolizzazione. Anziché strumentalizzare con informazioni poco chiare, abbiamo deciso di farci promotori di un evento così da fornire un’informazione certa e puntale alla cittadinanza», afferma ancora Foti. Adesso per l’amministrazione guidata da Santo Caruso resta l’obiettivo di aumentare i numeri della raccolta differenziata: «Quella dell’impianto era una possibilità con il sistema di raccolta che sarebbe rimasto invariato – conclude il sindaco – Adesso, caduto tutto, si continua con la separazione dei rifiuti».
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