Come se non mancassero emergenze a cui far fronte, oltre agli incendi che stanno piegando molti territori dell’Isola, quello dei disservizi idrici patito da migliaia di residenti in provincia di Catania ormai sembra essere un problema cronico. Ad Aci Sant’Antonio, come da quasi dieci anni a questa parte, durante l’estate, i cittadini rimangono con i rubinetti all’asciutto. E le proteste non sono più una novità. Già da questa primavera il copione è stato sempre uguale: l’acqua è stata assente in buona parte delle case santantonesi e nelle condutture per irrigare i terreni. Di fronte al passaggio di responsabilità tra il Comune e Acoset, ditta che si occupa del servizio idrico, diversi cittadini, la cui vita quotidiana sembra ormai un’impresa, hanno segnalato in diversi modi i propri disagi. Al ripresentarsi del problema, dopo due lettere inviate alla prefettura, lo scorso 11 agosto il sindaco Santo Caruso è stato convocato al commissariato di polizia di Acireale.
«Sono stato sentito come persona informata sui fatti e ho ribadito ciò che il Comune sta attraversando – spiega Caruso a MeridioNews – Adesso c’è un‘indagine in corso da parte delle autorità e continuerà l’intervento della prefettura. Ho spiegato che, oltre ai soliti rubinetti a secco, non funziona nemmeno il servizio di rifornimento d’acqua previsto dalla ditta quando l’erogazione si interrompe». Acoset, infatti, ogni volta che viene segnalato un disservizio da parte di un utente, invia delle autobotti a riempire le vasche. Ma, da quanto riferito da Caruso, anche questo servizio sembra presentare delle criticità. «Avevo scritto alla prefettura a fine maggio – continua il sindaco – Dopo più di un mese in cui si è mosso poco, lo scorso quattro agosto è successo il finimondo: ci hanno detto che la corrente è andata via e i pozzi si sono fermati. Così ho informato di nuovo la prefetta e subito dopo è arrivata la convocazione in commissariato: vedremo come si evolverà la questione, ormai insostenibile».
Nel frattempo, il 30 di luglio la prefettura aveva già scritto ad Acoset di «adoperarsi per eliminare le cause dei disservizi, riferendo sugli eventuali interventi da porre in essere per superare le criticità». La missiva firmata dalla viceprefetta Maria Grazia Rosaria Giuffrè è stata indirizzata alla ditta dopo le «numerose segnalazioni» ricevute. «Abbiamo una vera e propria emergenza in via Paolo Vasta, in via Donatello e in via Raffaello – sottolinea il sindaco – Per non parlare delle frazioni, in cui ci sono situazioni allucinanti. I pozzi sono vuoti, mentre la ditta ci fa sapere che deve far fronte alle interruzioni di energia elettrica e dell’abbassamento delle falde acquifere che causerebbero le criticità. Dal canto mio avevo proposto di utilizzare il pozzo Aisa, di proprietà di Sidra (gestore idrico che fornisce altri Comuni, ndr) presente nel territorio di Aci Sant’Antonio». Intanto dagli uffici di Acoset fanno sapere al nostro giornale che la società ha relazionato in prefettura sui problemi che si sono verificati ed è a conoscenza del fatto che ci siano delle verifiche in corso da parte delle forze dell’ordine. Sempre da fonti vicine ad Acoset si apprende che, probabilmente, a breve ci sarà un tavolo con i sindaci del comprensorio che stanno rilevando problemi al servizio. Acoset fa sapere inoltre di voler richiedere l’utilizzo del pozzo santantonese di Sidra, ma quest’ultima, al momento, non sarebbe disposta a cederlo.
E se da un lato proseguono le indagini e si cercano di trovare le responsabilità, dall’altro lato rimangono i disservizi dei cittadini di un intero comprensorio. Qualche settimana fa alcuni residenti di via Paolo Vasta hanno formato un comitato cittadino nel tentativo di raccogliere le segnalazioni e portare avanti le ragioni dei cittadini, che ormai sembrano aver raggiunto l’esasperazione. Davanti alla questione annosa, c’è anche il problema delle condutture, che sarebbero troppo vecchie e che farebbero registrare anche diverse perdite. In più molti cittadini vorrebbero che il Comune risolvesse il contratto con Acoset. Quest’ultima è un’ipotesi «impossibile», stando a quanto dice cittadino santantonese, che qualche giorno fa ha anche votato favorevolmente il bilancio della società. «Sono stato attaccato perché ho dato il mio parere favorevole al bilancio – risponde Caruso – Ma si tratta di un consuntivo che era stato chiuso in attivo. Noi siamo consorziati e, anche davanti a un voto contrario, non so cosa possa cambiare in termini di miglioramento del servizio. Noi abbiamo agito nelle sedi opportune e il bilancio non c’entra con i disservizi. Mentre sulle condutture, come Comune, non possiamo intervenire perché non c’è una gestione diretta». Davanti a un possibile cambio di gestore Caruso liquida subito eventuali possibilità. «Visto che facciamo parte di un consorzio è impossibile cambiare ditta – conclude – La cosa cambierà quando si cercherà di aggregare tutti i Comuni della provincia di Catania sotto un unico gestore: una manovra che molti enti stanno valutando e che potrebbe essere presa in considerazione».
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