Accoglienza, altro bando per 1200 richiedenti asilo Tra le novità le impronte digitali a operatori e ospiti

È la novità più sostanziale e potrebbe far discutere parecchio. Il nuovo bando della prefettura, per «l’affidamento nel territorio della provincia di Palermo del servizio di accoglienza ed assistenza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale», esordirà il primo febbraio e durerà fino al 31 gennaio 2019. L’importo complessivo è di 15 milioni e 330 mila euro. Ma il punto oggetto di polemica potrebbe essere un altro. A pagina quattro la prefettura, infatti, si riserva la facoltà di «richiedere all’affidatario, anche in corso di esecuzione», la rilevazione delle impronte digitali. Un sistema di identificazione delle presenze che varrà sia per gli ospiti che per il personale impiegato

Fino a questo momento nel Palermitano, così come nel resto d’Italia, per accertare la presenza effettiva nelle strutture dei richiedenti asilo i metodi utilizzati sono stati i fogli firme, il badge agli ingressi, in alcuni casi l’utilizzo delle telecamere. E sembra inusuale anche la richiesta delle impronte digitali rivolta ai dipendenti delle cooperative: per combattere l’assenteismo anche qui si potrebbero utilizzare altre modalità, come già avviene tra l’altro. Questa volta poi i lotti di assegnazione su cui vengono distribuiti i migranti sono tre: Comune di Palermo, Comune di Bagheria e il terzo lotto, il più esteso, che comprende 50 Comuni (da Alia a Villabate). 

Si tratta di nuovi 1200 posti, per persone «già giunte o in arrivo in questa provincia». La fetta più grossa tocca a  Palermo con 600 posti, a Bagheria spazio a 200 posti  e 400 negli altri Comuni «per un numero non inferiore a 20 posti e non superiore a 80 posti per struttura al prezzo offerto in sede di gara per quanto concerne il lotto n. 1 riguardante la città di Palermo e un numero non inferiore a sei posti e non superiore a 50 posti per struttura al prezzo offerto in sede di gara per quanto concerne i restanti lotti 2 e 3». 

Dopo le polemiche e le rimostranze relative ad alcuni Cas, l’impressione è che i controlli saranno più stretti e mirati. Ad esempio «la prefettura ha facoltà di richiedere la sostituzione del personale che non riterrà idoneo per motivi di opportunità a prestare servizio presso la struttura. La sostituzione del personale in questione dovrà avvenire entro cinque giorni dalla comunicazione». Vengono poi ribaditi i tanti servizi che gli affidatari devono per legge offrire a chi richiede la protezione internale: «mediazione linguistica e culturale; orientamento al territorio ed informazioni sulla normativa; trasporto; servizio di lavanderia e barberia; assistenza ove necessario a bambini e neonati componenti il nucleo familiare; sostegno socio-psicologico; organizzazione del tempo libero». Tutti punti deboli, finora, dei Cas e che hanno prodotto manifestazioni di protesta da parte degli stessi richiedenti asilo

Andrea Turco

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