«Purtroppo bisognerà demolire entrambe le carreggiate e non una come si ipotizzava inizialmente». Il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio spegne ogni speranza di una soluzione a breve termine che faccia tornare alla normalità la viabilità in Sicilia. Il neo numero uno del dicastero è arrivato a Scillato nel primo pomeriggio e si è recato sul luogo della frana che ha investito i piloni del viadotto Himera, lungo l’autostrada Palermo-Catania.
Delrio ha anche annunciato l’istituzione di una commissione d’inchiesta. «Oggi ho firmato il provvedimento per l’istituzione di una commissione d’inchiesta per fare luce sul cedimento del ponte», ha affermato. Il ministro ha incontrato i tecnici, gli ingegneri e i geologi dell’Anas e della protezione civile regionale. Secondo le stime fatte ieri dalla stessa Anas, serviranno 30 milioni di euro per ripristinare la viabilità in quel tratto di autostrada. Calcoli che però non mettevano in conto la demolizione totale del pone, conclusione a cui si è giunti oggi.
«Le risorse le troveremo perché è assolutamente indispensabile ripristinare questa opera – ha promesso Delrio – intanto dobbiamo impegnarci a evitare un danno economico per la Sicilia che potrebbe essere rilevante causato dall’interruzione di questa arteria». E la soluzione tampone è stata individuata: una bretella sulla provinciale 24 e la statale 120 con una deviazione poi collegata allo svincolo Scillato. «È la soluzione più semplice e più veloce – ha affermato il ministro – qui i tecnici di Anas sono molto tranquilli su questo perché parliamo di quasi tre chilometri di deviazione di cui 1 chilometro e mezzo da sistemare». Per l’opera sono stati stimati tre mesi di tempo e un milione di euro circa.
Il ministro prima ha fatto un sopralluogo sull’arcata del ponte Himera poi nella parte inferiore per constatare le condizioni dei piloni che hanno ceduto. «La situazione è molto seria e grave, si tratta di un’arteria importante per la Sicilia per cui serve una soluzione alternativa seria per evitare ulteriori disagi all’economia della Sicilia». E ai cronisti che gli hanno chiesto se teme il rischio di un’altra incompiuta, Delrio ha risposto: «Ci rivediamo tra tre mesi».
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