A19, Delrio: «Siciliani fidatevi, progetti in stato avanzato» E indica la via per la mobilità: «Metro, porti e ciclabili»

«Io sono un grande sostenitore della verità e capisco che trenta giorni in più sono considerati un ritardo, ma ci sono 40 anni di incuria e di abbandono rispetto alle infrastrutture che dobbiamo recuperare. Quindi chiediamo ai cittadini siciliani di fidarsi del nostro lavoro». Il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio arriva a Catania per chiudere la conferenza nazionale sulla mobilità e torna sulla chiusura dell’autostrada Palermo-Catania, a seguito della frana che ha colpito il viadotto Himera. Provando a rassicurare sulle prossime mosse. 

«Abbiamo avuto qualche settimana di ritardo nell’istruttoria della protezione civile regionale che ha trasmesso i dati anche delle altre emergenze – spiega il ministro – ma la recupereremo nei prossimi giorni perché i progetti sono già in stato di avanzata esecuzione dal punto di vista tecnico. Poi si partirà rapidissimamente». Delrio motiva i ritardi di questa prima fase di studio anche con i tempi necessari a valutare il mantenimento di una delle due carreggiate. «Abbiamo rallentato un po’ anche perché abbiamo voluto valutare il recupero dell’altra carreggiata, perché questo consentirebbe ovviamente una riduzione dei disagi a tutti i livelli e poi perché abbiamo anche aspettato la commissione d’inchiesta». Tenere aperto una parte del viadotto sembrerebbe ipotesi realizzabile ma dai tempi ancora incerti. Se prima non verrà abbattuto il pilone colpito, non potrà essere valutata la staticità dell’altra carreggiata. «Noi diremo la verità sempre – aggiunge Delrio – come abbiamo detto in commissione, accerteremo le responsabilità di chi ha consentito a questo disastro, diciamo così per distrazione, e recupereremo il tempo perduto. Questo ve lo garantisco».

Intanto nel discorso a conclusione della conferenza sulla mobilità organizzata dall’Associazione nazionale dei Comuni, il ministro delle Infrastrutture indica la strada da seguire per migliorare gli spostamenti nelle grandi aree urbane. «Servono tre cure: quella del ferro, dell’acqua e del manubrio». Ferrovie, porti e ciclabili. Sono i tre assi su cui afferma di voler puntare. «L’Italia ha bisogno di una rete di ciclabilità, così come c’è quella autostradale e ferroviaria – spiega – Ma non si può promuovere questa cultura se i ciclisti non sono sicuri. Come a Roma, dove giro in bici e ogni giorno rischio la vita. Bisogna creare le condizioni per viaggiare in sicurezza. E convincere le persone che per gli spostamenti entro i cinque chilometri la bici è il mezzo più veloce, competitivo ed efficace». 

Dal punto di vista dei collegamenti su binari, l’attenzione è massima sulle dieci città metropolitane. Da questo punto di vista Delrio loda Messina e Reggio Calabria che «hanno finalmente capito che la strada giusta è creare insieme un’unica area metropolitana». Parole dolci anche per il sindaco di Catania, Enzo Bianco: «Hai programmato la rete metropolitana sin dall’antichità», sottolineando «che c’è un Bianco 1 e un Bianco 2 a Catania», ma dimenticando anche il terzo e il quarto mandato del primo cittadino negli ultimi 20 anni. A proposito degli investimenti da fare sulle metropolitane nelle dieci grandi città, Delrio afferma di «aver messo a disposizione già dieci dei dodici miliardi che servono». E che sono pronti «700 nuovi treni per il trasporto regionale che è la vera grande voragine». Infine i porti. «Le merci si devono spostare sulle autostrade del mare – sottolinea il ministro – per questo servono porti rapidi, collegati a sistemi logistici avanzati. L’Italia perde 50 miliardi di euro all’anno per inefficienza logistica». E tra le carenze c’è «la guerra che si fanno i porti tra di loro. La logistica e la portualità da adesso in poi cammineranno insieme, le potenzialità sono enormi: stanno raddoppiando il canale di Suez e nelle crociere siamo già leader nel mondo». 

Durante la giornata odierna del convegno a ricevere gli applausi più convinti è stato il sindaco di Messina, Renato Accorinti. Salito sul palco, con l’immancabile maglietta con la scritta free Tibet, ha attaccato: «L’aeroporto di Catania serve nove province – ha detto – e la pista finisce dove iniziano i binari, eppure in tutti questi anni non si è stati capaci di costruire una stazione vicino allo scalo. Invece un turista che arriva a Fontanarossa dovrebbe essere fiondato direttamente su un treno fino a Milazzo e quindi alle Eolie, per esempio». Intervento di chiusura riservato a enzo Bianco che al ministro Delrio chiede: «Sogno di essere sindaco in una regione a statuto ordinarissimo, viste le difficoltà burocratiche che ci sono con lo statuto speciale. Ma sarebbe importante affidare all’esclusiva competenza delle città metropolitane l’organizzazione del trasporto pubblico locale». 

Salvo Catalano

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