Mentre l’opinione pubblica si divide tra l’ironia sui metodi alternativi per arrivare da Catania a Palermo – non solo l’aereo ipotizzato dal sindaco di Catania Enzo Bianco, ma anche più tradizionali asini e avventurosi viaggi in gommone – continua a tenere banco il crollo di alcuni piloni del viadotto Himera lungo l’autostrada A19, a causa della frana nella zona di Scillato. Tra le ipotesi valutate dalla Regione negli ultimi giorni per superare in fretta l’emergenza di una regione spezzata in due c’è stata anche quella di una collaborazione con il genio militare per gli interventi di demolizione che saranno necessari prima di poter pensare alla ricostruzione. La possibilità, però, è stata presto scartata: «Sabato sono stato sul posto con il genio militare – racconta a MeridioNews l’assessore regionale alle Infrastrutture Giovanni Battista Pizzo – ma è emersa l’impossibilità di fare affidamento al loro contribuito poiché le cariche in loro possesso sono di tipo esterno e non ci avrebbero consentito di realizzare le microesplosioni necessarie a garantire un contenimento dei danni».
Nel frattempo l’Anas ha deciso di demolire entrambe le carreggiate. «Il problema non si pone più – continua Pizzo – A giorni ci forniranno il progetto di demolizione, ma prima di prevedere i tempi bisogna aspettare le decisioni della magistratura». Il riferimento del responsabile alle Infrastrutture va alla Procura di Termini Imerese e all’inchiesta aperta su quanto accaduto la scorsa settimana. L’ipotesi di reato è quella di disastro colposo, la stessa che diede vita all’inchiesta sul cedimento, avvenuto a Capodanno, dell’imbocco del viadotto Scorciavacche lungo la Palermo-Agrigento.
A indagare sul crollo dei piloni della principale arteria autostradale siciliana sono il procuratore Alfredo Morvillo e il sostituto Giacomo Brandini, che dovranno decidere se sequestrare l’area. «Bisogna attendere la decisione dei magistrati – ripete l’assessore –. La Procura potrebbe optare per un sequestro lampo tale da garantire un’accelerazione delle procedure». Demolire interamente il tratto di autostrada, comunque, dovrebbe garantire tempi di ricostruzione più rapidi: «Per demolire solo una carreggiata sarebbero stati necessari diversi mesi – conclude Pizzo –. Decidendo invece di intervenire su entrambe le carreggiate in una settimana si potrebbero concludere le operazioni, per poi pensare alla ricostruzione».
A proposito del crollo, nei giorni scorsi l’assessore aveva dichiarato: «Immaginate l’isola come un organismo, un corpo umano. […] La Palermo-Catania è l’arteria principale dove scorrono i globuli rossi. I diritti, il lavoro, l’economia di questa terra bellissima e martoriata anche da noi. Anche da me. Ora questa arteria si è spezzata. Si è interrotto il legame tra persone, comunità, interessi e necessità. Sono profondamente preoccupato e determinato a fare l’impossibile – ha chiosato Pizzo – perché l’arteria sia riparata e ricucita questa ferita mortale a una comunità già profondamente offesa».
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