Comitato San Giorgio alto. È questo il nome che gli abitanti della zona alta del quartiere di Catania, che conta circa tremila e cinquecento persone, hanno scelto per identificarsi in un unico gruppo. Nato ormai cinque anni fa, durante l’ultima tornata elettorale per la scelta del primo cittadino etneo, ha lo scopo di portare avanti la battaglia più importante per i residenti della zona: quella per la costruzione del sistema di smaltimento dei rifiuti fognari.
Che, come accade anche in altre zone della città, non c’è mai stato. «Soffriamo per questa mancanza da trent’anni e ci siamo stancati di sentire solo promesse. Le abbiamo già ascoltate cinque anni fa, le fece anche il sindaco Raffaele Stancanelli, ma ad oggi non è cambiato nulla», dichiara il presidente del comitato Giuseppe Parisi. In questi anni gli abitanti hanno cercato di fare pressione sia a livello regionale che comunale. «Non abbiamo mai trovato dei muri», spiega Parisi, ma tra il dire e il fare cè di mezzo una vera realizzazione. Eppure dei passi avanti sono stati compiuti nelliter del progetto. «Nell’estate dellanno scorso l’allora presidente regionale Raffaele Lombardo ha anche finanziato lopera con oltre sei milioni di euro, ma questi soldi non sono mai arrivati perché sembra che ci siano stati problemi burocratici», spiega. «In realtà non ne abbiamo saputo più nulla», aggiunge.
Nel frattempo è cambiato il presidente della Regione siciliana e a breve ci saranno nuove elezioni comunali. «Non vogliamo che la nostra battaglia finisca nel dimenticatoio, soprattutto considerato che il progetto dovrebbe poter essere avviato in poco tempo», dice ancora il presidente del comitato. La preoccupazione più grande per gli abitanti della zona alta del quartiere San Giorgio è il possibile rinvio all’infinito della questione per poterne fare una promessa elettorale. «Non siamo più disposti a credere a nessuno che faccia solo promesse – provoca Parisi – Quasi quasi mi candido io e cerco di trovare delle risposte da dentro le istituzioni, visto che da semplice cittadino non riesco».
E al di là della questione burocratica e dell’assenza del servizio, va segnalato che l’attuale smaltimento dei reflui è effettuato per strada dalla maggior parte degli abitanti. «Fino a quando c’era Scapagnini (Umberto, il precedente sindaco ndr) l’espurgo veniva pagato dal Comune, ma adesso non più. E, siccome la gente non può permettersi questa spesa e il terreno argilloso non ha più capacità di drenaggio, scarica in strada». Magari approfittando delle giornate di pioggia per fare defluire i liquami più velocemente. La soluzione ha però delle spiacevoli conseguenze: innanzitutto la puzza asfissiante che i cittadini sono obbligati a sentire. Ma soprattutto un contesto igienico sanitario precario «da terzo mondo», conclude Parisi, e «che va assolutamente risolto».
[Foto di boyan_d]
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