A proposito dell’attacco di Piero Pelù a Matteo Renzi

SIAMO ALLE SOLITE: SE L’ARTISTA AVESSE PRESO DI MIRA BERLUSCONI, TUTTO SAREBBE ANDATO BENE. MA SICCOME HA STRIGLIATO IL CAPO DEL GOVERNO E DEL PD CHE E’ DIFESO DAI POTERI FORTI LA COSA NON VA BENE…

L’attacco di Piero Pelù a Matteo Renzi dal palco del concertone romano del Primo maggio, a Roma, ha scatenato un tornado di reazioni. L’indignazione è più alta del livello dell’acqua dopo l’alluvione del 1966, a Firenze, la città dei due contendenti.

Politici, critici giornalisti tutti a attaccare il rocker dei Litfiba, un riccone che non sa dare valore a 80 euro e che attacca il premier per una presunta vendetta personale.

Siamo alle solite: la critica di un artista da un palcoscenico? Va bene quando è monodirezionale, rivolta, cioè, soltanto contro i soliti obiettivi: il centrodestra e Berlusconi. Non che questi non si meritino critiche e lazzi di ogni tipo, non è questo il punto. Il punto è l’onestà intellettuale di politici, intellettuali, commentatori e giornalisti che, mentre difendono il diritto di esprimersi di artisti – cantanti, cabarettisti, scrittori, mimi e giocolieri – quando lanciano le loro stoccate contro l’ex Cavaliere e i suoi scudieri, appena dirigono i loro strali contro gli “altri”, diventano milionari distanti dal popolo (loro, invece, i politici il popolo lo capiscono, vero?), hanno interessi inconfessabili, nascondono scheletri negli armadi, ragliano eccetera. E, mai nessuno, a Sinistra, si è mai scandalizzato che si sfruttasse la scena della tv pubblica, pagata anche da chi di Sinistra non è, per la propaganda anti Cav.

Ora, penso che Pelù sia stato coraggioso, perché per una volta non ha sparato sulla Croce rossa, su bersagli tipo Brunettta, Santanchè, Berlusca, ma ha tirato su un galeone pirata che per ora viaggia col vento in poppa, quello di capitan Renzi. Ha espresso un giudizio controcorrente, nel momento in cui l’ex Sindaco di Firenze è incensato da una macchina propagandista, fatta di giornali, tg, opinionisti, artisti, che nemmeno quella messa su da Mecenate per Ottaviano Augusto, duemila anni fa.

Pelù ha espresso quello che è il giudizio di molti: gli 80 euro? Comodi, ma puzzano di elemosina pre elettorale e non si capisce come e dove sia prevista la copertura.

Siamo diventati diffidenti, noi italiani, e ci sarà un motivo: la politica, anzi i politicanti, di solito, prendono, non concedono. Qualcuno pagherà, prima o poi, e saremo noi cittadini. Quella che manca è l’onestà intellettuale, l’imparzialità dei giudizi rispetto ai fatti, pur essendo affini a un’idea, ci mancherebbe. e mascalzonate sono e restano mascalzonate, sia che le faccia un mascalzone condannato in via definitiva, sia che le faccia un suo epigono di diverso colore, un apprendista stregone alle prime armi.

Stanislao Lauricina

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