A Petralia Sottana arriva la prima festa analcolica  «Sulle Madonie si beve ma nessuno lo ammette»

«All’alcol: la causa di, e la soluzione a, tutti i problemi della vita». Il brindisi di Homer Simpson in una famosa puntata del cartone tv ha un’accezione evidentemente ironica, perchè a pronunciarla è colui che ha una nota dipendenza dalla birra Duff. Ma l’alcolismo resta un grave problema, individuale e sociale, considerando il fatto che rispetto a tutte le altre dipendenze è la più accessibile, a portata di mano nei supermarket, aperti persino 24 ore su 24. Soprattutto, da tempo immemore l’alcol è associato a divertimento e perdita ludica dei freni inibitori. Ecco perché a Petralia Sottana l’associazione provinciale dei club alcologici territoriali ha organizzato la prima festa analcolica, che si terrà sabato 30 marzo a partire dalle ore 18 con aperitivi, giochi e animazione in piazza. Il Comune ha dato il proprio patrocinio, e un piccolo contributo economico da 150 euro. Come mai questa scelta?

«L’idea nasce dagli utenti del club di auto aiuto che si riunisce settimanalmente a Petralia Sottana – dice il sindaco Leonardo Iuri Neglia – L’alcolismo è un problema abbastanza presente sulle Madonie e più in generale nei piccoli paesi come il nostro. Nelle grandi città ci sono problemi per certi simili, certamente, ma qui siamo di fronte a paesi con sempre meno abitanti, con un’assenza di lavoro imperante e un’assenza di opportunità che conducono più facilmente le persone a questo tipo di dipendenze. Non solo alcolismo, però, ma anche ad esempio sulla patologia del gioco d’azzardo. Stiamo pensando a combattere anche questa forma di dipendenza, col supporto dei circoli che qui esistono».

A ideare l’evento è Marcello Bencivinni, che da tempo sia sulle Madonie che nell’intera Sicilia racconta la propria esperienza di ex alcolista che è riuscito a sconfiggere la dipendenza. «Io da cinque anni non tocco una bottiglia e perciò ho voluto fare questa festa – dice – Ogni mercoledì poi ci riuniamo col club nella nostra sede, che è all’interno della scuola media. La festa si svolgerà lungo tutto il corso, a partire dal bar di piazza Duomo. Vogliamo dare un segnale, il problema è anche che nessuno ammette il problema. Ci rivolgeremo anche alle scuole, realizzando un video che sarà proiettato sabato mattina al liceo delle scienze umane. Mentre l’istituto alberghiero contribuirà realizzando dei cocktail analcolici, per far capire ai ragazzi che ci si può divertire ugualmente. Se l’iniziativa andasse bene si potrebbe pubblicizzare come evento da promuovere nei Comuni circostanti». La festa analcolica vedrà dunque dal pomeriggio musica in piazza e alla fine un quizzone con alcune domande a tema sulle dipendenze. 

L’iniziativa di sensibilizzazione vede anche tra gli enti coinvolti anche il Sert di Nicosia, ovvero il servizio per il recupero delle tossicodipendenze. «Teoricamente il Sert di riferimento è quello di Termini Imerese, che però è molto distante, così molti madoniti si rivolgono a noi – afferma il dottore Michele Parisi, responsabile della sede ennese del servizio pubblico – In alcuni paesi come Petralia, poi, abbiamo il club alcologico territoriale che vede il supporto delle famiglie degli ex alcolisti. Sull’alcol c’è certamente da registrare un consumo problematico: basti pensare che l’alcol da solo provoca 20mila morti all’anno, le sigarette 80mila morti l’anno e le droghe illegali duemila. La questione però sta nel fatto che alcol e tabacco sono dannose quanto le altre droghe ma sono molto più diffuse perché sono legali, e quindi vengono viste in maniera diversa e più innocente. È difficile che chi abbia una dipendenza dall’alcol lo riconosca, di solito sono i familiari che se ne accorgono e spesso manco lo ammettono perché c’è il problema della vergogna. La volontà non basta, però, l’aiuto è importante e in questo senso i club di auto aiuto svolgono un ruolo molto importante. Sarebbe più giusto parlare di vittime dell’alcol, perché la persona non è protagonista ma lo è l’alcol. E spesso poi ci sono conseguenze non più gestibili».

Andrea Turco

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