La Sicilia è il posto dove i sogni diventano realtà, anche quello fino a poco tempo fa impensabile di gustare il primo caffè interamente coltivato e lavorato nella nostra Isola. Un progetto a cui la famiglia Morettino lavora da trent’anni. Un progetto sperimentale che ha visto nascere e crescere le piante di caffè anche anche grazie al significativo cambiamento climatico a cui stiamo assistendo. «Un segnale forte ricevuto dalla natura che ha dato vita, nella piantagione sperimentale Morettino che sorge nei giardini dell’opificio, a un caffè nativo siciliano attraverso una raccolta manuale delle drupe e un processo naturale di lavorazione», spiegano dall’azienda di torrefazione palermitana.
Nel 1920 Morettino era il nome di una bottega di spezie nella borgata di San Lorenzo ai Colli di Palermo. Oggi l’azienda, che ha mantenuto il nome storico, è arrivata alla quarta generazione di torrefattori. La decisione di dedicarsi interamente alla torrefazione arriva nei primi anni Cinquanta. Nella bottega di Arturo, bisnonno di Andrea che guida oggi l’azienda, è il nonno Angelo a dedicarsi interamente al caffè. È lui a sperimentare le prime miscele, le selezioni e le tostate che invadono il quartiere dell’inconfondibile aroma di caffè.
Arriviamo agli anni Novanta ed è la terza generazione di torrefattori guidata da Arturo insieme ai fratelli Alberto e Alessandro che fonda la Fabbrica museale Morettino. Al suo interno sono raccolti oltre mille pezzi dal XVII secolo a oggi. C’è la storia del caffè raccontata dagli strumenti di lavorazione come le spolatrici e le tostatrici. Ma trovano posto anche oggetti curiosi come la caffettiera a vapore a forma di locomotiva e la caffettiera più piccola al mondo. Questo viscerale amore per il caffè porta Arturo a viaggiare nelle terre dove i chicchi vengono coltivati. Affascinato da alcune piantagioni, matura il sogno di creare una coltivazione di caffè proprio in Sicilia. «Il primo esperimento nel giardino della storica torrefazione di famiglia – commenta Andrea Morettino – conta circa sessanta piante di Coffea Arabica, varietà Bourbon e Catuai, nate dai semi donati negli anni Novanta dall’Orto botanico di Palermo e piantati a circa 350 metri sul livello del mare proprio nella borgata di San Lorenzo ai Colli».
«Da questi semi sono cresciute negli anni le piante del caffè all’aria aperta, hanno saputo adattarsi – prosegue – al clima siciliano a latitudini di gran lunga superiori rispetto a quelle della Coffee Belt, l’area tra i due Tropici in cui viene coltivato il caffè tra l’America latina, l’Africa Orientale e il Sud-Est Asiatico». In questi anni le piante hanno prodotto drupe «che sono state raccolte, spolpate, processate e tostate con passione autentica, per poter svolgere emozionanti sessioni di cupping, oppure riseminate per dar vita a nuove piante nate e cresciute in Sicilia». Ci sono voluti trent’anni, ma alla fine la natura ha regalato un raccolto straordinario e un risultato in tazza davvero sorprendente. «Un caffè nativo in Sicilia di altissima qualità – assicura Morettino – con sentori particolari e unici, tipici della terra siciliana, dalle note di uva zibibbo e carruba a dolci sentori di fiori di pomelia bianca e zucchero panela».
Il primo raccolto è stato di trenta chili. «Siamo rimasti sorpresi, lo abbiamo interpretato come un dono per tutto l’amore che in questi anni la nostra famiglia ha dato alle piante». Alla raccolta manuale avvenuta tra luglio e settembre, è seguita la lavorazione del caffè con metodo Gold Honey, spolpatura manuale, fermentazione di 48 ore ed essiccazione al sole. Successivamente la scelta di una tostatura medio-chiara e tante sessioni di assaggio. «Hanno dato un risultato straordinario: un caffè di grande finezza, con acidità equilibrata e una naturale dolcezza», sottolinea Andrea Morettino. Che poi si sofferma sulle condizioni che hanno favorito la crescita delle piante: «Stiamo assistendo a forti cambiamenti climatici che devono farci riflettere sul presente e sul futuro della nostra terra, che ha mostrato segnali di insofferenza e rischi per le tradizionali colture quali gli agrumi, ma anche inaspettate potenzialità come dimostrano il successo delle coltivazioni di frutta tropicale in Sicilia quali mango, papaya, avocado, kiwi o litchi siciliani».
Morettino vuole dare seguito all’ambizioso progetto sperimentale di filiera sulla pianta del caffè e sulla sua coltivazione in Sicilia, con ulteriori sperimentazioni in corso in alcuni angoli dell’isola selezionati in base alle condizioni pedoclimatiche e al terroir. Un progetto aperto che coinvolgerà l’Università degli studi di Palermo e l’Orto botanico, e specialisti dei processi di lavorazione come Adriano Cafiso, che cura i rapporti direttamente con i piccoli coltivatori delle piantagioni dei principali paesi d’origine del caffè, e che vuole coinvolgere tutti i coltivatori o gli studiosi che vorranno offrire un contributo.
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