A Niscemi, tra monaci buddisti e No Tav

Fra i tanti partecipanti alla manifestazione di ieri a Niscemi, hanno destato curiosità e ammirazione, tre persone “originali”. Hanno sfilato anche loro con le migliaia di persone intervenute a Niscemi, cantando una preghiera per la pace nel mondo, per tutti i 4 km lungo i quali ha sfilato il corteo.

Picchiando su due tamburelli con dei bastoncini di legno e cantando, si sono uniti, ma non confusi con i manifestanti, il reverendo Gyosho Morishita (nella foto a destra) dell’Ordine dei monaci buddisti, Nipponzan Myohoji , che dal 1982 vive a Comiso e che ha costruito l’unica Pagoda della pace in Italia, su una collina che si affaccia sulla piana e sull’aeroporto di Comiso.

Quando abbiamo chiesto perché proprio Comiso, il reverendo ci ha risposto così: “Perché Comiso è in Sicilia e la Sicilia è il centro del Mediterraneo. Dalla Sicilia si può e si deve irradiare quella pace che serve a tutto il Mediterraneo ed ai paesi che si affacciano in questo mare”.

Il reverendo, invitato dal Movimento No Muos Sicilia, è stato gradito ospite della manifestazione. Ha incuriosito i più giovani che nulla conoscevano della sua “storia” ed ha emozionato alcuni dei più “anziani”, che hanno riconosciuto in lui il grande compagno di quella lotta che, nei primi anni ’80 del secolo passato, portò alla dismissione della base militare di Comiso.

Il reverendo Morishita non è venuto da solo. Assieme a lui c’era Antonio, che recava con sé un altissimo “stendardo” su cui era dipinta, in giapponese, una preghiere per la pace. Con loro, una celebrità, una persona straordinaria che in molti non hanno riconosciuto, ma della quale vogliamo raccontare la storia. Camicia a fiori, capelli lunghi e aria trasandata, a piedi nudi si è presentato al corteo No Muos, quello che viene considerato un eroe del Movimento No Tav, Turi Vaccaro.

Turi Vaccaro (nella foto a sinistra e a destra in basso) è un ex operaio della Fiat, siciliano di origine ma torinese di adozione, appassionato di discipline orientali, anche lui nel 1982 iniziò la sua esperienza pacifista a Comiso. Da allora in poi, non si contano le sue azioni. La più clamorosa, nel 2005, quando si intrufolò nella base militare di Woensdrecht, in Olanda, e disarmò due F-16 prendendoli a bastonate (la mazza l’aveva comprata ad Assisi).

“L’ho fatto secondo il nostro principio: trasformare le spade in aratri” e finì in carcere per qualche tempo. Ritornò in Val Susa a piedi scalzi e con un flauto sulle labbra. Quello stesso anno, a giugno, finì sulle prime pagine di tutti i giornali perché, da solo, evitato il cordone di poliziotti, riuscì a bloccare una ruspa che stava abbattendo i blocchi dei No Tav alla Maddalena. In mano aveva una bandiera e un aglio “per benedire i macchinari”, disse.

Ad agosto 2011dello stesso anno, salì su un cedro a venti metri di altezza, nei pressi del cantiere della Tav di Chiomonte in Val Susa e li rimase per tre giorni e due notti, facendo lo sciopero della fame e della sete. Quando ne discese, quel cedro venne abbattuto per evitare il ripetersi di simili forme di protesta.

Infine, a marzo 2012 si è arrampicato sul traliccio (sempre a Chiomonte) dal quale era caduto una settimana prima il leader No Tav Luca Abba. Turi è rimasto sul traliccio, dal quale era stata sospesa l’erogazione di energia elettrica, per 16 ore, con due coperte che gli hanno passato i poliziotti. Ci è voluto Don Ciotti per farlo scendere.

Questi tre episodi sono costati a Turi, a marzo del 2012, il foglio di via obbligatorio da parte della questura di Torino, con divieto di ritorno in Val Susa per un anno.

Ieri, a Niscemi, Turi Vaccaro era in sciopero della parola ed è stato bellissimo comunicare con lui attraverso un foglio di carta e una penna. Una persona equilibratissima, che protesta ponendo un mazzolino di fiori nello scudo di un poliziotto è sicuramente un eroe e conoscere lui, rivedere il reverendo Morishita e camminare insieme a loro è stato certamente un privilegio.

 

Daniela Giuffrida

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