A Niscemi, sotto le antenne satellitari del Muos, tra paura e angoscia, con lo spettro della Terza Guerra mondiale dietro l’angolo. Il silenzio della Regione

Sono ore di febbrile attesa, a Niscemi, il centro del Nisseno dove i militari americani stanno realizzando il Muos, il mega radar satellitare avversato dalla popolazione. Uno strumento di guerra che avuto il via libera dei Governi nazionali e il recente “sì” del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, uomo politico di ‘manzoniano’ coraggio, che su La Voce di New York ha definito il Muos “strumento di pace”. Come è spesso accaduto nella propria storia, la Sicilia si ritrova al centro di un possibile conflitto internazionale.

La situazione, a Niscemi, è molto tesa. Gli americani, negli ultimi giorni, dopo uno stop imposto dalle manifestazioni popolari No Muos delle ultime settimane, hanno ripreso i lavori per completare l’opera. Questo avviene in coincidenza con l’aggravarsi della crisi siriana. Con gli americani che domani potrebbero far partire i missili contro la Siria di Assad.

E’ in questo clima di guerra che a Niscemi prima è stato sbaraccato il presidio nel Municipio di questo paese, con l’avallo dei Sindaco, Francesco La Rosa. La risposta degli attivisti del Movimento No Muos non si è fatta attendere. Qualche giorno fa si sono ‘riappropriati’ di una stanza del Comune. Mentre ieri sera gli stessi militanti No Muos hanno alzato le barricate lungo la strada che conduce al sito militare. Con l’obiettivo di bloccare il transito ai mezzi militari.

La situazione rimane confusa ed incerta. Anche perché il Ministro degli Esteri del nostro Paese, Emma Bonino, appena ieri, ha ribadito che l’Italia non parteciperà ad azioni di guerra e non concederà le basi a chi dovesse sferrare un attacco alla Siria senza l’avallo dell’Onu.

La coraggiosa e ferma presa di posizione del nostro Ministro degli Esteri – che ricorda, per certi versi, il “No” di Bettino Craxi ai militari americani a Sigonella, nel lontano 1985 – è di fatto un “no” dell’Italia alla guerra. Perché l’Onu, con la Russia di Putin messa di traverso, molto difficilmente darà il via libera al bombardamento americano in Siria.

Dunque, se domani mattina dovesse scoppiare la guerra, contrariamente a quello che è avvenuto con l’attacco alla Libia, l’Italia non offrirà basi militari ad americani, francesi e inglesi.

Diverso è il discorso del Muos di Niscemi, che resta invece nel territorio siciliano, perché autorizzato da governanti del passato (Prodi, Berlusconi e Ignazio La Russa) che non somigliano certo al Ministro degli Esteri del nostro Paese, Emma Bonino.

In questo scenario in continua evoluzione, come già ricordato, l’atmosfera, a Niscemi, rimane ‘elettrica’. Ieri sera si segnalava l’arrivo di celerini nel centro del Nisseno. Ma da oggi, sempre a Niscemi, dovrebbero iniziare a convergere militanti del Movimento No Muos provenienti da tutta l’Italia.

Ricordiamo che qualche settimana fa, in piena estate – e precisamente il 9 agosto scorso – il Movimento No Muos è riuscito, in condizioni di calma, a portare a Niscemi 9mila persone. Non sono da escludere nuove manifestazioni pacifiste.

Intanto il Sindaco di Niscemi, il già citato Francesco La Rosa, ribadisce che il suo paese e la sua amministrazione è schierata contro la realizzazione del Muos. Lo stesso primo cittadino ricorda che la sua amministrazione, nel 2011, ha presentato un ricorso al Tar, il Tribunale amministrativo regionale.

Resta da capire perché lo stesso Sindaco di Niscemi che torna a dichiarare la sua contrarietà e quella della sua amministrazione alla realizzazione del Muos, appena qualche giorno fa ha messo alla porta i militanti No Muos che si trovavano nella sede del Comune.

Chi, in questa storia, sta facendo una pessima figura è il Governo della Regione siciliana di Rosario Crocetta. Dopo la sceneggiata delle autorizzazioni ambientali prima revocate e poi riconfermate, il governatore dell’Isola ha infilato uno sfondone dietro l’altro.

Per certi versi comica la sua recente dichiarazione pro-America di qualche settimana fa sul già citato quotidiano on line La Voce di New York. Insomma, una Sicilia – Regione Autonoma sulla carta – che rimane senza voce in un momento difficile. Per fortuna che, questa volta, come già ricordato, alla Farnesina c’è un Ministro serio che fa giustizia anche di una Regione siciliana inesistente.

Lo diciamo con grande dispiacere, se è vero che il nostro giornale si batte da sempre per il rilancio dell’Autonomia siciliana.

 

 

Redazione

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