A Modica un euro in più agli infermieri anti-Covid «Saputo dell’aumento, abbiamo pensato a una beffa»

Un euro. In tanto è stato quantificato il premio per il personale sanitario dell’ospedale Maggiore di Modica, individuato quale hub di riferimento con posti letto Covid-19. Un aumento che porta l’indennità prevista per ogni turno da 4,13 a 5,16 euro. «Quando abbiamo saputo di questo aumento, abbiamo pensato fosse una beffa», commenta a MeridioNews Duilio Assennato, segretario provinciale Cgil funzione pubblica sanità.

La decisione sulla cifra è arrivata con un provvedimento a firma dell’azienda sanitaria provinciale di Ragusa. C’è, però, un chiarimento da fare: 5,16 euro è l’indennità che percepisce già il personale del reparto di Malattie infettive e che, adesso, è stato esteso anche agli operatori che lavorano nella Rianimazione

«Vista così la situazione sembra paradossale – aggiunge Assennato – ma, in realtà, la questione è diversa. Quando è iniziato questo periodo di Covid-19, tutti gli operatori sanitari erano in apprensione per quello che poteva accadere e che, per fortuna, almeno nella nostra zona, non è successo». 

Con una nota inviata alla direzione strategica dell’Asp il 3 aprile – poi reiterata e integrata una settimana dopo – gli operatori sanitari hanno proposto una ripartizione più articolata di indennità al personale più esposto a rischio Covid. «Compresi anche gli amministrativi addetti al front office – precisa il sindacalista – e tenendo conto delle preannunciate risorse aggiuntive per il personale sanitario da parte del governo nazionale integrate da eventuali risparmi nei capitoli di spesa aziendali». 

I primi segnali da parte dell’Asp, in merito alle proposte avanzate dagli operatori sanitari, sono sembrati positivi. «Pensavamo fossero un preludio a un confronto migliorativo programmato ad hoc – ricorda Assennato – Cosa che poi, però, non è avvenuta: risorse e beneficiari sono stati anzi ridotti al minimo». 

A chi nella battaglia contro il nuovo coronavirus, fin da subito, è stato schierato in prima linea resta ancora una speranza. «Il nostro auspicio è che l’Asp ci possa ripensare e che a posteriori – afferma Assennato – con un clima più sereno, si possano rivedere certe disposizioni. Ci aspettiamo – conclude – una convocazione per discutere di come incentivare il personale in relazione non solo alle risorse interne ma anche ai finanziamenti nazionali».

Marta Silvestre

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