Non si placano le polemiche dopo il secondo (e fallimentare) click day per partecipare alla selezione regionale che mette a disposizione duemila tirocini retribuiti. Nonostante la piattaforma sia andata in tilt, gli ottocento incroci previsti per la seconda tornata sono stati conclusi. E mentre l'assessora alla Formazione Nelli Scilabra assicura che indagherà sulla vicenda, migliaia di esclusi si organizzano per avviare azioni legali
Piano giovani, ricorso al Tar parte da Catania «Violati i diritti di chi voleva partecipare»
Non è ancora passata una settimana dall’apertura della seconda finestra del Piano giovani Sicilia e non accennano a placarsi le polemiche sul sistema che permette di incrociare domanda e offerta di lavoro attraverso duemila tirocini semestrali. Martedì il portale creato dall’azienda Ett spa è stato a lungo irraggiungibile, ma nel giro di circa due ore gli ottocento incroci previsti per il secondo dei tre click day sono stati ugualmente compiuti. Immediate le reazioni di migliaia di giovani siciliani – il bando è riservato agli under 35 – ma anche dei vertici della Regione, su tutti l’assessora alla Formazione Nelli Scilabra e il governatore Rosario Crocetta. E assieme alle richieste di verificare per quali motivi la piattaforma non abbia retto a un numero di accessi prevedibilmente alto, si stanno organizzando i primi ricorsi alla magistratura grazie anche a gruppi Facebook creati per l’occasione. A lanciare l’azione legale catanese è la sede locale dell’Unione giovani professionisti italiani. «Ci sono state numerose richieste di intervento da parte dell’associazione – spiega l’avvocato Antonio Garozzo – Sono state riscontrate fin da subito, già alla prima attivazione del Piano, delle irregolarità e delle non corrette procedure di individuazione e selezione».
Le anomalie, sostiene il legale, emergono già nel bando: «Non appaiono correttamente identificati quelli che sono i criteri per individuare i candidati. O, perlomeno, l’abbinamento trasparente tra i candidati e i datori di lavoro – afferma – Non è dato sapere quali sono stati i criteri corretti per attribuire l’incarico alla società che si è occupata del software e quali modalità ha utilizzato per l’individuazione dei soggetti». Secondo Garozzo ci sono i termini per «impugnare il bando in queste parti e capire perché ci sono stati dei periodi di stallo così lunghi, tenuto conto che era immaginabile che migliaia di utenti avrebbero fatto accesso al sito, e come mai in venti minuti si siano andate a definire tutte le posizioni». In poco meno di due ore, infatti, nonostante i problemi informatici sono stati compiuti tutti gli incroci disponibili, «andando a violare i diritti di chi in maniera legittima voleva partecipare ed essere selezionato. Le aspettative sono elevate sia per i soggetti che hanno partecipato come lavoratore che per i datori di lavoro», precisa il legale. Intorno all’associazione si sono già raccolti una cinquantina di potenziali ricorrenti tra giovani e titolari di aziende. «Contiamo di ampliare il numero, anche perché un’iniziativa più è numerosa e più è d’impatto, e permetterebbe di avere un’efficacia maggiore».
Nonostante l’assessora Scilabra abbia garantito che non partirà il terzo click day se prima non saranno state trovate delle soluzioni ai problemi riscontrati martedì, il fattore tempo è determinante ai fini del ricorso. «Sul sito dell’Ugipi verrà inserito un modulo compilabile online all’interno del quale inserire i propri dati. Da qui ai prossimi giorni, massimo in una decina di giorni, completeremo tutta la fase preliminare – garantisce Antonio Garozzo – Se ci saranno i tempi, invieremo una diffida, sarebbe meglio riuscire a intervenire prima della terza selezione».
[Foto di Piano giovani Sicilia – Ricorso]