71 anni fa lo sbarco degli anglo-americani in Sicilia

10 LUGLIO 1943 – 10 LUGLIO 2014. GLI INDIPENDENTISTI DEL FRONTE NAZIONALE SICILIANO, IERI, HANNO RICORDATO LA RICORRENZA DI UN AVVENIMENTO SI E’ SCRITTO MOLTO, SENZA MAI RACCONTARE LA VERITA’ PER INTERO. COME L’UCCISIONE DI TANTI “PRIGIONIERI ITALIANI” ORDINATA DAL QUEL FANATICO DEL GENERALE PATTON

Il dibattito su quella importante pagina di Storia della Seconda Guerra Mondiale è ancora in corso. E’, però, certo che, in quel momento, soltanto il COMITATO PER L’INDIPENDENZA DELLA SICILIA, capeggiato da Andrea FINOCCHIARO APRILE, aveva un vero PROGETTO POLITICO, a difesa degli interessi vitali e dei diritti fondamentali del POPOLO SICILIANO. Il tutto, con grande dignità e con rara competenza.

Nel corso di un’Assemblea di Iscritti e di Simpatizzanti, conclusasi ieri nel tardo pomeriggio, è stata ricordata – nella Sede di lu Frunti Nazziunali Sicilianu “Sicilia Indipinnenti”, a Palermo – la ricorrenza del 71° anniversario dello “SBARCO” dell’Armata Anglo-Americana, avvenuto, appunto, nella notte fra il 9 ed il 10 Luglio del 1943. Fu, quello, il più grande sbarco della Storia e coinvolse ben 3.200 navi, che fecero diventare “nero” il mare del CANALE DI SICILIA.

Lo SBARCO – così com’era previsto nel “PIANO HUSKY” – avvenne, con esattezza, lungo i 250 chilometri di suolo siciliano che andavano dai porti e dalle spiagge di LICATA e di GELA alle coste del Ragusano e del Siracusano.

Le forze in questione erano comandate al “discusso” Generale GEORGE SMITH PATTON. L’armata britannica, destinata alla parte orientale della Sicilia, era comandata specificatamente dall’altrettanto famoso Generale BERNARD LAW MONTGOMERY.

E’ stato sottolineato come il Generale PATTON – criticato per i suoi modi da “COW BOY” – fosse stato esageratamente decisionista e preferiva le guerre-lampo e la linea dura. Non a caso, aveva impartito l’infame ordine di “UCCIDERE i prigionieri italiani”. Un ordine che, purtroppo, nei primi giorni fu preso alla lettera, provocando centinaia di vittime, anche civili, del tutto indifese e senza alcuna colpa. Una vera offesa, questa, all’Umanità, alla Civiltà ed alle stessi leggi di guerra. Un pessimo ESORDIO, quindi, che ci fa comprendere come la “liberazione” non fosse tutta rose e fiori ,(nonché carne in scatola e cioccolata o sigarette), così come la cultura ufficiale, per alcuni decenni, ha voluto farci credere.

Vittime civili siciliane anche dall’altra parte della barricata, con persone uccise dalle truppe tedesche in ritirata. Si pensi ai cittadini fucilati a TROINA. Ed ai tanti morti dei quali nessuno ha scritto, né scriverà la storia esatta.

La “cronaca” delle vicende prettamente militari registra episodi di EROISMO e di resistenza armata, tanto da parte delle truppe italiane che da parte delle truppe tedesche. Episodi, questi, che andrebbero pure ricordati. Niente potè, comunque, fermare le truppe Alleate. Queste ultime, tuttavia, in Sicilia ebbero un numero di morti e di feriti maggiore di quello che avevano preventivato inizialmente.

Molti particolari degli avvenimenti successivi allo SBARCO sono stati, ieri, rievocati grazie anche al supporto della Signora LIA D’ANTONI, a quell’epoca adolescente, ma che aveva avuto modo di vivere in prima persona, con i familiari, le vicende che avevano riguardato, soprattutto, l’arrivo degli Alleati nel Palermitano.

E’ stato, altresì, evidenziato che l’unico Movimento politico che aveva elaborato un programma concreto ed un serio progetto politico, e che era capace di interloquire con gli “invasori-liberatori”, era proprio il “COMITATO” composto da alcuni Separatisti Siciliani, guidati da Andrea Finocchiaro Aprile. Comitato che, fino a quel momento, aveva agito nella clandestinità, ma che non aveva mai smesso di lavorare per l’Indipendenza e per la Libertà della Sicilia. E che si era costituito ancor prima dell’entrata in guerra dell’Italia.

Pochi giorni prima dello SBARCO, Andrea Finocchiaro Aprile, a Palermo, aveva diffuso, clandestinamente ed in numero modesto di copie, un manifesto con il quale rivolgeva un appello alla mobilititazione contro il Governo Fascista.

L’appello iniziava con le parole: “Palermitani, Popolo di Sicilia” ed ebbe grande divulgazione, soprattutto con il “PASSA PAROLA”. E riuscì ad affascinare tutti i Siciliani che, via via, ne avevano conosciuto il testo.

Con questo sintetico documento, Andrea Finocchiaro Aprile aveva, sì, rischiato la fucilazione immediata, ma aveva dimostrato a tutti che il Popolo Siciliano esisteva ed era, nonostante tutto, in grado di reinserirsi nei nuovi eventi internazionali che, non a caso, sarebbero ancora partiti dalla Sicilia.

Un “precedente”, questo, che certamente gli altri Partiti clandestini, in quel momento, non potevano vantare. Anche perché privi – soprattutto in Sicilia – di contatti validi con le “centrali romane”, clandestine e non, dalle quali “dipendevano”.

Non sarebbe stato, poi, casuale il fatto che, quando, il 22 luglio di quell’anno, le truppe americane (guidate dal Generale GEOFFREY KEYES) entrarono a Palermo, vi avessero trovato soltanto gli esponenti del Comitato per l’Indipendenza della Sicilia, presieduto da Finocchiaro Aprile, a far valere le ragioni e, soprattutto, le drammatiche, pressanti, esigenze dei cittadini Siciliani. Ed a pretendere il rispetto dei diritti fondamentali del Popolo Siciliano.

E fu così che, in quel mese di luglio del 1943, il Popolo Siciliano, che era stato sottoposto ai lunghi e massacranti BOMBARDAMENTI degli Alleati (protrattisi fino a qualche settimana prima dello SBARCO), e che era stato già logorato, in tutti i sensi, da tre lunghissimi anni di guerra, tornò ad alzare la fronte e ad avere consapevolezza di sé, rivendicando – grazie al Comitato per l’Indipendenza della Sicilia e grazie a Finocchiaro Aprile – un ruolo più centrale nel dibattito sulle sorti della Sicilia. E non solo …

Insomma: nelle commemorazioni di quello “SBARCO” in Sicilia sarebbe ora che si parlasse anche del Popolo Siciliano, che non fu un “OGGETTO” passivo egli eventi, ma, per quanto possibile, “SOGGETTO” attivo.

 

Giuseppe Sciano

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