Sulla vicenda Rap – la nuova società creata ieri sera dal Consiglio comunale di Palermo che dovrebbe gestire il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti a Palermo, prendendo il posto dell’Amia – interviene il consigliere comunale del Pd, Rosario Filoramo.
“Il Consiglio comunale svoltosi ieri sera alla presenza del Sindaco Orlando – scrive Filoramo – è la rappresentazione plastica di una maggioranza imbalsamata e dellopposizione di centrodestra impaurita di disturbare il manovratore. Mentre si discuteva il futuro di Amia, la maggiore Azienda della città di Palermo e del servizio raccolta rifiuti, dai banchi dellopposizione di centrodestra solo balbettii e assenze al momento del voto, cosa ancora più grave in presenza del parere contrario espresso dal Collegio dei revisori alla proposta di delibera”.
“La costituzione di una nuova Azienda – prosegue Filoramo – e la proposta al Tribunale di affitto con diritto di prelazione allacquisto di Amia è solo una proposta utile ad affrontare e risolvere temporaneamente il problema della salvaguardia dei lavoratori Amia e Amia essemme, ma essa non può prescindere dalla trasparenza e dalla priorità nelluso delle risorse già presenti nellAmministrazione Comunale”.
“Purtroppo – ammette il consigliere comunale del Pd – nessuna delle iniziative utili a trasformare radicalmente la gestione del ciclo dei rifiuti viene avviata. I palermitani continueranno a soffrire per i disservizi nella raccolta e nello smaltimento e a pagare il tributo più alto dItalia”.
Di fatto, Filoramo dice quello che questa mattina ha detto il nostro giornale: come al solito, complice il Consiglio comunale di Palermo, in città, in materia di racconta e smaltimento dei rifiuti, è cambiato tutto per non cambiare nulla, in perfetto stipe gattopardesco.
“Con i nostri emendamenti – prosegue il consigliere comunale di opposizione – abbiamo proposto un deciso cambio di marcia al Sindaco Orlando”. Ma il cambio di marcia, aggiungiamo noi, non c’è stato.
“I palermitani – conclude Filoramo – sopporteranno di contribuire al salvataggio dei 2500 posti di lavoro solo se troveranno un reale miglioramento della raccolta dei rifiuti, se potranno partecipare a un progetto moderno di raccolta differenziata , se verificheranno personalmente il risparmio della TARSU/TARES, altrimenti il fallimento del servizio riproporrà tra non molto anche il problema occupazionale”.
Anche in questo caso, Filoramo dice quello che abbiamo detto noi: il Consiglio comunale di Palermo ha scaricato sulla città il costo di 2 mila e 500 dipendenti ai quali, ogni mese, le imprese e le famiglie palermitane dovranno pagare lo stipendio. Soldi che, invece, dovrebbero essere pagati dallo Stato che, in materia di assunzioni nella pubblica amministrazione, ha consentito questo ed altro.
Questi sono i fatti, il resto, con rispetto parlando, sono minchiate.
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