Aumenta il sospetto che il minorenne, buttafuori abusivo, si sia addossato la colpa dell’uccisione di Aldo Naro, per coprire il vero colpevole. Gli investigatori in queste ore stanno cercando di capire se il potenziale assassino stia raccontando agli inquirenti tutta la verità, oppure le sue confessioni sono scaturite da un patto di lealtà nei confronti del ‘branco’ o di qualche suo amico. Intanto sul tavolo della Procura di Palermo si indaga ad un altro fascicolo inerente a questa tragedia.
12 sembrerebbero le persone al momento che hanno partecipato attivamente alla rissa. Sul mirino degli investigatori i racconti dei buttafuori abusivi dello Zen. Tra cui oltre al figlio del boss Carmelo Militano, è spuntato fuori anche il nome del nipote di Guido Spina, un altro dei ‘capi’ del quartiere popolare. Ascoltato in questi giorni anche il proprietario della discoteca Goa, Marcello Barbaro, luogo in cui il giorno di Carnevale è scoppiata la rissa dove ha perso la vita il giovane medico di San Cataldo.
Intanto l’associazione antiracket Addio Pizzo ha deciso di sospendere dal proprio circuito il Goa. «Dopo un lungo incontro con i titolari della discoteca – si legge in una nota – l’associazione comitato Addiopizzo, in attesa che si faccia luce sulle circostanze per le quali sarebbero coinvolti buttafuori irregolari e minorenni per assicurare vigilanza e protezione presso lo stesso locale, ha deciso di sospendere dalle rete di consumo critico antiracket le attività economiche ‘Velaria Sas’ e ‘Luna Piena Sas’. Dinanzi a tali tragici fatti e al contesto nel quale si sarebbero generati non si può infatti rimanere indifferenti. Così come ciò che è accaduto impone una riflessione sul mondo della movida palermitana e su ciò che vi gravita intorno».
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