Un anno di reclusione, con pena sospesa, al sacerdote Orazio Caputo e assoluzione per l’ex assessore regionale Mimmo Rotella. Si conclude così il primo atto di uno dei processi collaterali all’inchiesta 12 Apostoli, che ha al centro Pietro Capuana, il santone che, sfruttando la fiducia dei frequentatori della comunità di Lavina, avrebbe abusato sessualmente di diverse minorenni.
Questa mattina, nell’aula 3 del tribunale di Catania, si è tenuta l’udienza conclusiva. La giudice Elena Maria Teresa Calamita ha pronunciato il verdetto. Orazio Caputo è stato ritenuto responsabile di favoreggiamento per avere rivelato informazioni riguardanti una denuncia presentata da una delle madri delle vittime a Salvatore Torrisi, all’epoca dei fatti presidente dell’associazione attorno a cui si raccoglieva la comunità e già condannato in primo grado in abbreviato a otto mesi. Al prete veniva contestato di avere trasmesso le parole, ricevute dalla donna durante una confessione religiosa, anche a Mimmo Rotella.
Quest’ultimo – marito di Rosaria Giuffrida, una delle donne a processo nel filone principale per essere state tra le principali collaboratrici del santone – a sua volta avrebbe girato le informazioni a Katia Scarpignato, figura di fiducia di Capuana al pari di Giuffrida. Su questo punto, tuttavia, il tribunale ha assolto Caputo e, di conseguenza, anche Rotella, che dunque non sarebbe venuto a conoscenza della denuncia presentata alle forze dell’ordine. «Il tribunale depositerà le motivazioni entro trenta giorni e noi le leggeremo con attenzione per valutare un possibile ricorso in appello», commenta a MeridioNews Tommaso Tamburino, legale di alcune delle mamme che si sono costituite parte civile nei processi. Orazio Caputo è stato condannato anche al risarcimento di queste ultime.
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