Regionali 2017, il vademecum per chi andrà a votare Dall’effetto trascinamento alla ripartizione dei seggi

Sono quattro milioni 681mila 634 le persone chiamate al voto per l’elezione del nuovo presidente della Regione Sicilia e dei componenti dell’Assemblea regionale siciliana. Le sezioni – 5304 in tutto – sono state aperte dalle 8 alle 22, mentre lo scrutinio si svolgerà lunedì mattina a partire dalle 8. Quella di quest’anno sarà la prima elezione con la nuova composizione dell’Ars che, in base a quanto previsto dalla legge taglia-deputati del 2011 e della successiva legge costituzionale del 2013, ha portato da 90 a 70 gli scranni di Sala d’Ercole.

All’interno della cabina elettorale, i cittadini si troveranno davanti una scheda di colore giallo, su cui saranno riportati sulla parte sinistra e all’interno di rettangoli tutti i simboli delle liste che partecipano alla competizione. Accanto a ogni lista ci sarà una riga e il relativo spazio in cui si potrà scrivere il nome di un candidato all’Ars. Nella parte destra della scheda, invece, si troveranno i nomi dei candidati alla presidenza della Regione all’interno di riquadri più ampi che contengono le relative liste che formano le eventuali coalizioni.

I cinque pretendenti a prendere il ruolo svolto negli ultimi cinque anni da Rosario Crocetta sono: Giancarlo Cancelleri per il Movimento 5 stelle, Claudio Fava per la lista di sinistra Cento passi per la Sicilia, Roberto La Rosa per la lista indipendentista Siciliani liberi, Fabrizio Micari per la coalizione di centrosinistra e Nello Musumeci per la coalizione di centrodestra.

L’elettore potrà votare barrando il nome del candidato presidente e di una lista a lui collegata, con la possibilità di esprimere una preferenza tra gli aspiranti deputati della lista stessa; oppure potrà scegliere di votare un candidato presidente e barrare – con relativa preferenza – una lista a lui non collegata. In questo caso, l’elettore eserciterà il cosiddetto voto disgiunto. Se a essere segnato fosse soltanto il nome di un candidato alla presidenza, il voto andrà soltanto a quest’ultimo e non alle sue liste. Mentre nello scenario opposto – se si barra soltanto alla lista, con o senza espressione della preferenza per il deputato – il voto andrà anche al candidato presidente da essa sostenuto, grazie al cosiddetto effetto trascinamento. Saranno annullate le schede che conterranno segni su più candidati presidenti o più liste provinciali, ma anche quelle che contengano segni di riconoscimento del voto.

I seggi a livello provinciale saranno così divisi: la provincia con il maggior numero di deputati eletti sarà Palermo con 16, a Catania ne spettano 13, a Messina 8, ad Agrigento 6, poi seguono Siracusa e Trapani con 5, Ragusa con 4, Caltanissetta avrà 3 seggi, mentre 2 andranno alla provincia di Enna. La ripartizione avverrà con il metodo dei resti più alti, a cui potranno ambire le liste che a livello regionale avranno superato la soglia di sbarramento del 5 per cento. Sessantadue posti saranno ripartiti con il sistema proporzionale su base provinciale: a questi vanno poi aggiunti i sette posti della lista regionale – altrimenti conosciuta come listino del presidente – ovvero l’elenco di nomi che beneficeranno del premio di maggioranza previsto per la lista o coalizione vincitrice. Il nuovo presidente della Regione avrà un seggio all’Ars (i cinque candidati guidano i rispettivi listini), mentre l’ultimo seggio andrà al secondo arrivato. La maggioranza potrà ambire per legge a un massimo di 42 scranni. Nell’eventualità la totalità di posti a disposizione venisse già occupata con la ripartizione provinciale, il premio di maggioranza non verrebbe assegnato e i posti a disposizione sarebbero distribuiti tra le liste perdenti su collegio unico regionale.


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