Lucia Borsellino si dimette, lettera a Crocetta Il caso Tutino «lede l’immagine della Regione»

Lucia Borsellino si è dimessa da assessora regionale alla Salute. La notizia adesso è ufficiale. Stamani ha consegnato una lettera alla Presidenza della Regione, indirizzata al governatore Rosario Crocetta in cui spiegherebbe i motivi del passo indietro. È il terzo esponente della giunta a lasciare nel giro di una settimana: prima di lei era toccato a Ettore Leotta, alla Funzione pubblica, e Nino Caleca, all’Agricoltura. 

«Prevalenti ragioni di ordine etico e morale e quindi personale, sempre più inconciliabili con la prosecuzione del mio mandato, mi spingono a questa decisione anche in considerazione del mio percorso professionale di oltre vent’anni in seno all’amministrazione regionale della Salute», scrive nella lettera. Per Borsellino finisce dopo tre anni un’esperienza di governo molto travagliata, segnata da forti tensioni. L’ultima – il caso che ha portato agli arresti domiciliari Matteo Tutino, primario del reparto di Chirurgia maxillo-facciale all’ospedale Villa Sofia di Palermo – è stata probabilmente determinante per la decisione formalizzata stamattina. Prova ne è lo spazio che l’ex assessora dedica a questo episodio nella missiva indirizzata a Crocetta: «Non posso non manifestare il rammarico conseguente alla lesione che fatti come questo determinano inevitabilmente all’immagine dell’istituzione sanitaria e dell’intera Regione. Fatti come questi – aggiunge – determinano un grave danno sulla capacità attrattiva del servizio sanitario regionale».

«Vari – continua l’ex assessora – sono stati gli accadimenti che hanno aggredito la credibilità dell’istituzione sanitaria che sono stata chiamata a rappresentare quindi della mia persona. Constato con amarezza come tali accadimenti abbiano appesantito anche i tempi di raggiungimento di taluni obiettivi di questo governo nell’ambito della salute e dell’assistenza, che costituivano i capisaldi di un programma peraltro condiviso ancora prima della nascita di questa legislatura».

Alla guida dell’assessorato alla Salute, Borsellino ha dovuto affrontare numerosi nodi: dalla morte della neonata Nicole alla riorganizzazione della rete ospedaliera con le veementi proteste di numerose città che si sono viste chiudere pronto soccorso e reparti ospedalieri. Passando per il braccio di ferro tra la Regione e la clinica Humanitas, concluso a favore di quest’ultima per decisione del Tar. Momenti delicati in cui non sempre l’assessora si è trovata d’accordo con il presidente Crocetta. 

Proprio a seguito della morte della neonata a Catania sono derivate precise disposizioni, sollecitate dal ministero della Salute. Le ultime scadenze, in materia di «emergenze e urgente a seguito del percorso nascita», erano fissate per il 30 giugno. Borsellino ha aspettato proprio il compimento di questa data, nonché l’approvazione delle linee guida delle piante organiche della nuova rete sanitaria regionale, prima di formalizzare il suo irrevocabile passo indietro. Come sottolinea ancora nella lettera: «Ho deciso di rassegnare oggi le mie dimissioni avendo sentito fortemente il dovere di attendere la scadenza del 30 giugno entro la quale il ministero della Salute ha rivolto alla Regione l’assolvimento di alcune prescrizioni relative a taluni adempimenti in tema di assistenza materna e neonatale che hanno visto l’assessorato da me guidato e l’intero servizio sanitario regionale pronti a rendere conto dei relativi interventi ed attività svolte pur essendo già da tempo autonomamente programmati».

«Lascio – conclude Borsellino – un sistema con innegabili segni di ripresa oggettivamente documentati, perseguiti nell’ambito di un programma triennale di sviluppo e di consolidamento pattuito con i ministeri della Salute e dell’Economia, programma in corso di attuazione che dev’essere responsabilmente rinnovato alla scadenza del triennio 2013-2015». 


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