Wind Jet chiede ad Alitalia un risarcimento danni di 162 milioni di euro e mezzo. Nuovo atto nella vicenda tra la compagnia di bandiera italiana e quella siciliana che fa sapere di avere «avviato, nelle sedi giudiziarie competenti, parte delle azioni volte ad accertare i profili di responsabilità civile di Alitalia-Cai». Alla denuncia penale della Wind Jet di presunte scorrettezze nella fallita trattativa di acquisizione da parte di Alitalia, che ha portato a perquisizioni da parte della Guardia di finanza sia negli uffici della compagnia etnea che di quella nazionale, quindi, se ne aggiunge unaltra, questa volta civile. L’atto di citazione con cui è stato chiesto un risarcimento danni di oltre 160 milioni di euro, è stato depositato otto giorni fa al Tribunale di Catania.
Continua quindi a complicarsi la vicenda che questa estate ha lasciato a terra migliaia di passeggeri. Al centro della denuncia il presunto comportamento scorretto da parte di Alitalia volto al fallimento di Wind Jet. Per mesi la compagnia di bandiera ha orientato le scelte aziendali, tratte e tariffe comprese, in vista di una acquisizione data per certa. Dopo le condizioni imposte dallAntitrust per la cessione, però, lacquirente si era tirato indietro per poi rientrare in trattativa chiedendo al presidente Antonino Pulvirenti delle garanzie: prima immobiliari, poi sul valore degli aeromobili, e infine la trasformazione delle garanzie immobiliari in garanzie bancarie entro tre mesi dallaccordo. «Clausole vessatorie», le aveva definite il patron del Catania Calcio. Dopo giorni di trattative in cui è intervenuto anche il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, tutto è naufragato. Alla fine la trattativa è fallita così come la compagnia siciliana.
La conseguenza è stato un gran caos. I passeggeri sono rimasti a terra, hanno dovuto pagare dei supplementi per la riprogrammazione dei propri voli Wind Jet con altre compagnie e migliaia sono le richieste di rimborso avviate. Ma a pagarne le spese più degli altri sono i lavoratori. Liquidati da un giorno allaltro, hanno cercato di farsi sentire. Hanno bloccato le strade e invaso laeroporto, ma adesso sono tutti a casa. Anche loro in attesa di capirne di più sul loro futuro e su quello della compagnia. «Abbiamo la cassa integrazione, ma non il fondo integrativo che ci permette di arrivare all’80 per cento dello stipendio» afferma una ex hostess di Wind Jet che lamenta anche una certa assenza dei sindacati negli ultimi due mesi. Non tutti gli stipendi, inoltre, sono stati pagati. «Aspettiamo ancora luglio e metà agosto, i mesi che di solito sono più retribuiti perché il traffico in estate è maggiore» spiega ancora l’ex dipendente.
Sulla possibilità di una class action per richiedere gli arretrati, a quanto pare a frenare i lavoratori è la speranza di tornare al lavoro con una nuova compagnia che dovrebbe nascere dalle ceneri di Wind Jet. «Molti hanno paura che una causa possa precludere la possibilità di essere assorbiti», conclude.
[Foto di C.Strife]
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