San Berillo Web Serie Doc 1 sbarca nel capoluogo lombardo in occasione del Milano design film festival, l’evento dedicato a film e documentari su design, architettura e urbanistica. Durante la rassegna – in programma dal 19 al 22 ottobre – alcuni partecipanti al primo laboratorio di video documentazione ideato e tenuto dalla regista catanese Maria Arena condivideranno con il pubblico milanese, e non solo, la propria esperienza all’interno del quartiere di San Berillo, dove sono entrati in contatto con le varie sfaccettature di una realtà raccontata nelle dieci puntate della web serie, che oggi diventano un documentario a tutti gli effetti.
Che verrà proiettato sabato 21 alle 16:30 presso la sala Abanella del nuovo palazzo del cinema Anteo durante la quinta edizione del Mdff. «Un’occasione importante» per i realizzatori della serie lanciata su Youtube lo scorso gennaio, soprattutto «per far conoscere il quartiere al di fuori del perimetro locale e stabilire un confronto costruttivo con altre realtà simili provenienti da tutto il mondo».
«Il laboratorio è stato molto edificante», racconta l’ingegnera catanese Laura Siciliano, che ha approfondito gli aspetti relativi all’urbanistica di San Berillo. «Merito anche del supporto e della guida di Maria Arena – prosegue – che ci ha insegnato tanto a livello non solo di tecnica, ma anche sociale e umano, permettendoci di entrare in un quartiere inaccessibile nonostante la sua centralità, che non è conosciuto dai catanesi, incute sempre un po’ di timore e ancora, per molti, dà l’idea di essere un mondo a parte, distaccato dal resto della città».
Da marzo a ottobre 2016 il gruppo ha avuto modo di indagare diversi aspetti del rione catanese, da quello sociologico dato dalla presenza di prostitute e da una folta comunità senegalese, a quello urbanistico, che interessa in particolar modo Laura, appassionata di centri storici e con un’esperienza lavorativa nel campo, appunto, dell’urbanistica.
«La vicenda di San Berillo viene studiata all’università – spiega – come esempio di sventramento di un posto e di una comunità, ma attraverso il laboratorio abbiamo avuto modo di andare ancora più a fondo analizzando tutta la storia di com’era prima e delle sue origini popolari, fino ad arrivare a ciò che ne è rimasto oggi. Ma anche entrando in contatto con gli abitanti – aggiunge Laura Siciliano – che ci aiutano a capire anche in che modo sarebbe più opportuno intervenire».
Per l’ingegnera sarebbero necessari interventi di ristrutturazione che possano evitare la demolizione del quartiere, che anzi va salvaguardato per il patrimonio storico, il tessuto morfologico e la trama urbana. Aspetti raccolti in decine di documenti fruibili all’interno del centro di documentazione che il progetto Trame di quartiere sta realizzando all’interno di Palazzo De Gaetani, dove martedì 24 ottobre, alle 18, lo scrittore Matteo Dalena presenterà, accompagnato dall’antropologa e ricercatrice Irene Falconieri e da Luca Lo Re di Trame di Quartiere, il libro Puttane Antifasciste nelle carte di polizia, una ricerca storica su un gruppo di ventisette prostitute schedate dal regime fascista tra il 1927 e il 1942 e punite duramente per aver espresso la loro contrarietà al regime.
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