Giocattoli accatastati, poca igiene e impossibilità a ritrovare tutto il materiale. Queste le condizioni in cui versa l'associazione di promozione sociale Chi ama la Sicilia all’ospedale di via Trabucco. Il senatore di Forza Italia si è rivolto ai vertici della struttura ospedaliera per «trovare una stanza adeguata che ne garantisca la sopravvivenza»
Volontari relegati in uno sgabuzzino al Cervello Interviene Scilipoti: «Il loro impegno va premiato»
«Troviamo una soluzione per l’associazione Chi ama la Sicilia: il loro volontariato va premiato». Il senatore Domenico Scilipoti Isgrò si rivolge così all’ospedale Cervello, dove da sette anni i volontari si dedicano ad attività rivolte ai piccoli pazienti ricoverati nel padiglione D. È venuto a conoscenza, infatti, della situazione in cui versa l’associazione fondata dal presidente Ugo Gravante, che da ottobre scorso senza alcun preavviso ha ritrovato tutto il materiale impiegato per le attività di volontariato stipato all’interno di una stanza di circa sei metri quadrati. «Uno sgabuzzino», per dirla col presidente. È per questo che il senatore, colpito dalla vicenda, ha deciso di intervenire in prima persona.
«Riteniamo opportuno la promozione di un tavolo di concertazione al fine di trovare una soluzione per le istanze dell’associazione – dice Scilipoti – Non possiamo permettere di veder compromessa l’azione sociale dei volontari all’interno dell’ospedale». Il messaggio è indirizzato ai vertici degli Ospedali Riuniti di Palermo, tra cui vi è la struttura di via Trabucco, che alcuni giorni fa aveva fatto sapere che dietro alla vicenda della stanza tolta all’associazione non c’era «alcun complotto». Sarebbe semplicemente subentrata l’esigenza di riassegnare l’ufficio, occupato per sette anni dai volontari, a un dottore. Ma da ottobre ad oggi quella stessa stanza di quindici metri quadri è ancora chiusa e inutilizzata. «L’associazione non ha un’ipoteca sugli spazi dell’ospedale», hanno precisato dal nosocomio.
Malgrado lo staff della struttura ospedaliera abbia smentito le ipotesi di complottismo e ostruzionismo, la situazione rimane critica. Perché il team di volontari di Chi ama la Sicilia di fatto non è messo in condizione di poter continuare a svolgere le proprie attività per i bambini ricoverati. «L’impegno di questi volontari, riconosciuto dai medici, dal personale sanitario e dalle stesse famiglie dei piccoli pazienti, merita un’attenzione particolare – conclude il senatore – Sono sicuro che insieme potremo trovare la soluzione più giusta, nello specifico, una stanza adeguata che garantisca la sopravvivenza dell’associazione. Vogliamo che questi volontari continuino a regalare sorrisi ai piccoli pazienti di Pediatria».