Tre mesi di attesa per un esame medico, richiesto dopo avere subito un ictus. «Mia suocera si è sentita male una settimana fa – racconta Mario Giovanni Francese – ed è stata dimessa lunedì a mezzogiorno». Adesso la 69enne deve sottoporsi a un ecocolordoppler transcranico, «accertamento necessario per sostenere una visita neurologica» che i medici che l’hanno avuta in cura all’ospedale Vittorio Emanuele di Catania «le hanno prescritto come urgente». Ma i tempi della sanità siciliana sono altri. 

Sul foglio di dimissioni della donna «c’era indicato di contattare il Policlino per prenotare la visita». Il genero l’ha fatto, «mi è stato risposto che non c’era disponibilità». La data più prossima che gli è stata indicata: «Il 24 novembre, all’ospedale di Acireale». Alle Asl di Catania i tempi si allungano fino al 2016, «15 giugno in via Pasubio, 27 settembre a San Giorgio». «Ho chiesto al centralinista se avesse sbagliato anno – dice Francese a MeridioNews – mi ha risposto di no». E alla richiesta di spiegazioni sul perché di tanta attesa «ha aggiunto “il mio compito è solo leggerle quello che mi risulta sul terminale“». 

Vista l’urgenza di effettuare il controllo «già so che sarò costretto a prenotare in qualche struttura privata a pagamento – afferma l’uomo – e questo mi indigna ancora di più». Il sistema di prenotazioni della sanità «andrebbe rivisto imponendo almeno cinque o sei casi urgenti da sbrigare ogni giorno». Fissare visite a così lunga scadenza «non ha senso perché non segue i tempi massimi d’attesa imposti dalle condizioni del paziente». E il migliore sportello informativo «finisce con l’essere Facebook – conclude Francese – dove tramite dritte o conoscenze magari si riesce a trovare un modo per sbrigarsi prima».