La Fondazione di Comunità presieduta dalla magistrata Marisa Acagnino, insieme al teatro Manomagia - parte del comitato cittadino Marcovaldo - tornano su un piano di riqualificazione del giardino cittadino che coinvolga i più piccoli, ma non solo. Servono autorizzazioni e fondi, ma soprattutto «il coraggio dell'amministrazione comunale di discutere di beni comuni»
Villa Bellini, dai cittadini un progetto per i bambini «Potrebbe diventare un luogo di cultura e incontro»
«La nostra idea è realizzare un hub alla villa Bellini, dove ci si può incontrare e partecipare a dei circuiti culturali». A partire dai bambini, per continuare con gli anziani – spesso gli stessi nonni che vorrebbero portare a spasso i più piccoli in città – e anche gli studenti universitari. È l’idea della Fondazione di Comunità, il gruppo etneo presieduto dalla magistrata Marisa Acagnino, che ha organizzato per questa mattina due spettacoli teatrali di autofinanziamento, rivolti agli alunni della scuola Sante Giuffrida. A curare le rappresentazioni è stato Manomagia, gruppo già impegnato con il comitato Marcovaldo per una città a misura di bambino. Due esperienze diverse – quelle della fondazione e del comitato cittadino – che si uniscono «per realizzare progetti concreti, che fanno parte del nostro percorso», spiega Francesco Fazio di Manomagia.
L’idea della fondazione è di installare alla villa Bellini delle «postazioni multimediali con cui far nascere dei progetti culturali rivolti ai più piccoli. Su temi storici, artistici, ma anche sui sogni e le favole – spiegano – Ci piacerebbe che diventasse un luogo di incontro di tutti». Con attività che coinvolgano anche i cittadini più anziani, «che potrebbero tornare a passeggiare all’interno del giardino». Insieme ai giovani «che già animano la villa, soprattutto gli universitari che spesso vanno lì a correre». Il progetto ha però due scogli da superare. Innanzitutto le necessarie autorizzazioni, oltre ai vincoli in cui ricade il giardino Bellini. «Abbiamo già parlato con diversi assessori e con il sindaco Enzo Bianco e ci è stata data la loro disponibilità. Adesso però bisogna passare dalle parole ai fatti». In parallelo servono fondi, per i quali la fondazione lancia un appello alle banche e a soggetti privati, «come i commercianti di via Etnea a cui gioverebbe una villa più vissuta».
Per lo stesso motivo è stato organizzato stamattina lo spettacolo con la scuola Sante Giuffrida, offerto gratuitamente da Manomagia, centro di produzione e promozione del teatro di figura, che prevede l’utilizzo di burattini e marionette. E proprio sulla villa Bellini insisteva uno dei punti del programma aperto inviato ormai un anno e mezzo fa al primo cittadino Enzo Bianco dal comitato Marcovaldo, di cui i volontari di Manomagia fanno parte. «Non abbiamo mai ricevuto risposta né tanto meno la possibilità di discutere sulle nostre proposte», racconta Fazio. Senza polemica. «Non conosco le scelte del sindaco e non mi interessa contestare tanto per farlo, con malizia – continua – Di certo c’è che rendere la villa Bellini un polo per l’infanzia è lontano dall’idea degli amministratori».
A suo tempo, i membri di Marcovaldo avevano incontrato l’allora assessore al Welfare Fiorentino Trojano, di recente sostituito con Angelo Villari. «Aveva mostrato interesse, però ci chiedeva chi eravamo perché un comitato cittadino non avrebbe alcuna riconoscibilità – continua Fazio – Secondo noi è un falso problema perché siamo comunque una realtà e, nell’immediato, non chiediamo l’assegnazione di nessuno spazio, ma solo di poter fare un percorso insieme all’amministrazione». La quale però «è divisa da troppe anime, forse non tutte con la stessa sensibilità». Così si arriva alla collaborazione con la Fondazione di comunità, che ha sposato l’idea di rinnovamento della villa Bellini, partendo dalla cultura e dai bambini. Anche con lo spettacolo di oggi, parte delle iniziative di autofinanziamento ma organizzato con uno spirito che va oltre.
«Se pensiamo che la cultura, specie quella per l’infanzia, debba produrre soldi, abbiamo fallito – spiega Fazio – La cultura porta ricchezza complessiva. Certo, si possono fare soldi, ma in quel caso è un prodotto commerciale di massa, non vera cultura». Come i musical e gli spettacoli per bambini e adolescenti, grandi successi nei botteghini e verso cui si orienta sempre di più l’offerta. Un discorso strettamente legato a quello degli spazi per una proposta culturale diversa, al di là della sua sostenibilità economica. «Un po’ alla volta bisognerebbe di certo affrontare il tema dei beni comuni e questo ancora manca – conclude Fazio – Così come manca il coraggio di farlo e senza il quale non vedo un futuro possibile».