Il giudizio riguarda gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato. L'operazione, che inizialmente coinvolse 109 persone, scattò a febbraio 2016. Un contributo chiave si è avuto dalle dichiarazioni del pentito Giuseppe Laudani, nipote del boss Sebastiano
Vicerè, si conclude il processo d’appello ai Laudani Alla sbarra referenti ma anche alcuni professionisti
Si chiude con 46 condanne, tra cui otto confermate e una sola assoluzione, il processo d’appello nato dall’operazione antimafia Vicerè, scattata il 10 febbraio 2016 con 109 persone coinvolte, considerate affiliate o contigue al clan Laudani. Le indagini condotte dalla Direzione distrettuale antimafia di Catania avevano messo in luce gli affari della cosca, vicina a Cosa nostra, non solo a Catania, ma anche in provincia. Così è stato ricostruito l’organigramma e la struttura piramidale del clan. Indagini che si sono avvalse anche delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Laudani, un tempo a capo della famiglia nata a San Giovanni La Punta e nipote del patriarca Sebastiano.
La sentenza dei giudici della prima sezione penale della corte d’Appello ha riguardato tutti coloro che sono stati giudicati e condannati in primo grado con rito abbreviato: in quel caso la sentenza arrivò a giugno 2018. I giudici hanno confermato la condanna inflitta agli avvocati Giuseppe Arcidiacono e Salvatore Mineo, rispettivamente 7 anni e 4 mesi, e 6 anni e 4 mesi. Entrambi sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa.
Secondo l’accusa l’avvocato Arcidiacono avrebbe perorato gli interessi della cosca in più sedi, mentre Mineo, professionista di Santa Maria di Licodia, avrebbe fatto da postino per conto degli esponenti del clan. Assolto invece Sebastiano Laudani, detto Ianu u nicu per distinguerlo da un cugino con lo stesso nome. A numerosi imputati è stata riconosciuta la continuazione del reato con sentenze passate in giudicato e le attenuanti generiche.
Condanne riformate:
Paolo Aloisio, 2 anni e 200 euro
Carmelo Bonaccorso, 13 anni, 8 mesi e 2100 euro
Gianmarco Alberto Angelo Caruso, 7 anni e 4 mesi
Andrea Catti, 5 anni
Orazio Cucchiara, 4 anni e 4 mesi
Giuseppe D’Agata, 7 anni e 4 mesi
Vito Danzuso, 7 anni e 4 mesi
Antonino Di Mauro, 4 anni e 4 mesi
Salvatore Di Mauro, 5 anni
Antonino Finocchiaro, 8 anni
Antonino Fosco, 7 anni e 4 mesi
Sebastiano Flori, 7 anni e 4 mesi
Santo Giuseppe Gerbino, 8 anni e 10 mesi
Giovanni Giuffrida, 8 anni e 4 mesi
Sebastiano Granata, 8 anni e 6 mesi)
Franco Guglielmino, 9 anni
Concatto Laudani, 8 anni
Giuseppe Laudani (classe ’46), 8 anni e 6 mesi
Santo Orazio Laudani, 4 anni e 4 mesi
Sebastiano Laudani (classe ’69), 12 anni
Orazio Leonardi, 10 anni, 6 mesi
Daniele Mangiagli, 6 anni
Daniele Claudio Magri’, 7 anni e 6 mesi
Orazio Militello, 4 anni e 8 mesi
Giovanni Muscolino, 7 anni e 4 mesi
Antonio Luca Jose’ Pappalardo, 8 anni e 8 mesi
Leonardo Parisi, 7 anni e 8 mesi
Carmelo Pavone, 13 anni e 8 mesi
Francesco Antonio Pistone, 12 anni
Alessandro Raimondo, 2 anni e 2 mesi
Antonino Rapisarda 4 anni e 4 mesi
Alfio Romeo, 13 anni
Omar Scaravilli, 4 anni e 10 mesi
Orazio Scuto, 8 anni
Orazio Salvatore Scuto 2 anni e 8 mesi
Maria Scuderi, 8 anni
Salvatore Sorbello, 8 anni
Maurizio Tomaselli, 5 anni
Condanne confermate
Filippo Anastasi, 10 anni, 8 mesi e 4 mila euro
Giuseppe Arcidiacono, 7 anni e 4 mesi
Giuseppe Fichera, 10 anni
Salvatore Mineo, 6 anni e 8 mesi
Valerio Parasiliti Rantone, 8 anni e 8 mesi
Alfio Nucifora, 10 anni
Sebastiano Torrisi, 3 anni
Antonino Franco Ventura, 8 anni e 2 mesi