Da Catania a Milano. L’idea di eliminare il nome dell’inventore dell’antropologia criminale Cesare Lombroso da una via del capoluogo etneo è venuta al consigliere comunale Sebastiano Anastasi qualche settimana fa. «È stato uno scienziato che ha contribuito alla denigrazione del Sud», spiegava il componente di Grande Catania. Che rilanciava: «Dedichiamo quella strada di piazza Lanza alla memoria di due catanesi illustri: Elio Romano e Costantino Carrozza». Sul caso era poi intervenuto anche il docente di Letteratura italiana del dipartimento di Scienze umanistiche dell’università etnea Antonio Di Grado. «Mi opporrò fermamente, in quanto esponente della commissione Toponomastica cittadina, all’eliminazione di via Cesare Lombroso», affermava il professore. Che metteva in guardia «dai revisionismi storici e dai processi sommari al passato». La vicenda partita dall’ombra dell’Etna arriva adesso a Milano, all’attenzione del comitato No Lombroso. Di cui MeridioNews ha contattato il segretario generale, l’ingegnere e «meridionalista» – come si definisce lui stesso – Domenico Iannantuoni.
Il «comitato tecnico-scientifico per la rimozione ufficiale delle teorie criminologiche di Cesare Lombroso dai libri di testo e la soppressione della commemorazione toponomastica e museale a suo nome nasce nel 2010», spiega Iannantuoni. «Ho appreso con piacere della battaglia del consigliere Anastasi, a lui va il sostegno di tutta la nostra comunità», aggiunge. Un gruppo sparso per tutto il Bel Paese che conta migliaia di adesioni, alcune «illustri come Eugenio Bennato e Albano Carrisi». Componenti ai quali si aggiungono pure i Comuni di Bari, Lecco, Lamezia Terme, Napoli, Catanzaro, Cerveteri, Cosenza e Motta Santa Lucia. Città «in cui il dibattito è diventato serrato così come a Catania. Noi stessi, sei anni fa, abbiamo invitato moltissimi municipi a cancellare l’intitolazione della via a Lombroso», continua.
Le istanze sono state inviate nel corso degli anni a diversi sindaci italiani. Anche a Enzo Bianco. Che non avrebbe mai risposto. «Ne abbiamo mandate un paio ma anche l’ultima è rimasta inevasa per ragioni che immaginiamo oltre che di natura politica anche culturale. A oggi, infatti, sono oltre 170 i municipi d’Italia che hanno aderito al nostro comitato», sottolinea Iannantuoni. Intitolare una strada a Cesare Lombroso, secondo il segretario generale del comitato, può «influenzare molto la mente delle persone». Soprattutto «quella dei cultori della storia», chiarisce. «Cesare Lombroso (il cui vero nome di battesimo era Marco Ezechia) è un personaggio del Risorgimento ma – domanda – perché un semplice medico, assunto dall’università di Pavia come psichiatra, ha avuto tanta rinomanza?».
«Forse è stato per le sue deduzioni sull’atavismo criminale abiurate da tutta la comunità scientifica del suo tempo, per le sue incapaci risoluzioni sulla pellagra (una malattia) o perché scrittore dell’uomo delinquente?», continua. Teorie chiare, contro le quali il comitato si batte da tempo. E dopo essersi complimentato con Anastasi Iannantuoni si rivolge al docente etneo Antonio Di Grado. «Non voglio fare il veggente ma credo che il professore, quando approfondirà la conoscenza del personaggio Marco Ezechia Lombroso, saprà cosa scrisse di lui Lev Tolstoj, scoprirà come egli denigrasse Alessandro Manzoni e così tanti letterati e poeti del tempo. Da umanista di grande livello quale è il docente Antonio Di Grado – conclude Iannantuoni – passerà al nostro fronte».
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