Via Etnea, artigiano ambulante minaccia di darsi fuoco «Il Comune ha revocato i permessi ma non ci ascolta»

«Un venditore ambulante per protesta si è piazzato in piena via Etnea, all’incrocio con piazza Stesicoro, e ha minacciato di darsi fuoco con una bottiglia di benzina». A raccontarlo a MeridioNews è Pietro Belfiore, comandante della polizia municipale che ieri mattina è dovuta intervenire per riportare la calma nel cuore del salotto catanese. Un uomo di mezza età ha bloccato il traffico per manifestare contro la scelta del Comune che, dal mese di aprile, ha revocato i permessi agli operatori dell’ingegno – questo il nome degli artigiani che vendono prodotti realizzati da loro per strada – che ora non possono più montare le bancarelle in via Etnea

«Il vicecomandante ha provato per 20 minuti a calmarlo, lo ha letteralmente pregato, ma non c’è stato nulla da fare. Solo con l’intervento della questura – continua Belfiore – l’uomo è stato allontanato dalla strada e immobilizzato». Gli agenti della polizia di Stato, insieme ad alcuni carabinieri, avrebbero tolto la bottiglia dalle mani dell’artigiano, aspettando insieme a lui l’ambulanza che l’ha condotto all’ospedale Ferrarotto. Dove ora è sottoposto alle cure dei sanitari, pare in stato di fermo. L’uomo, secondo il comandante Belfiore, sarebbe infatti cardiopatico. «Non credo si proceda all’arresto ma a una denuncia – conclude l’ufficiale -. Il signore in questione è un soggetto che conosciamo già e che più volte ha dato in escandescenza».

Quella dei bancarellisti del centro cittadino è una situazione calda, presa in mano in questi mesi dalla giunta comunale che, con un’ordinanza ha imposto il divieto di vendita. «C’è un divieto che parla chiaro – spiega il comandante – ma da quando è stato applicato abbiamo operato con una certa tolleranza. Questa formula degli operatori dell’ingegno – continua Belfiore – non è altro che un modo per eludere la normativa sul commercio,  non pagando tasse e licenza». Non la pensa così un operatore che ieri ha assistito alla scena e che parla di un «eccesso di forza» da parte delle autorità. «Noi avevamo da anni i nostri permessi, poi il signor Bianco ha emesso questa ordinanza e sabato mattina, al nostro arrivo, abbiamo trovato una camionetta della municipale da sei posti, pronta per lo sgombero». 

«Il signore che ha manifestato lavora l’argilla ed è stato cacciato. Sono arrivate due volanti dei vigili, due dei carabinieri, una della guardia di finanza e tre della polizia. Si è creato il panico – prosegue – hanno preso di peso l’uomo e tolto la sua bancarella. Questa è l’unica risposta che otteniamo dal Comune. Da mesi chiediamo di parlare con le autorità ma l’assessora Angela Mazzola si è dimessa e ora è tutto nella mani del sindaco Enzo Bianco. Che non ci vuole ricevere. Noi come facciamo?».

Secondo il racconto del testimone, che preferisce rimanere nell’anonimato, nel momento in cui la polizia ha bloccato l’uomo, molta gente ha iniziato a fare foto e riprese ma le forze dell’ordine «hanno minacciato di sequestrare i telefoni, intimando di non scattare immagini». «Non capisco perché questo dispiegamento di forze contro un uomo che chiedeva soltanto di poter lavorare – conclude l’artigiano -. Non ho mai visto così tanta polizia, sembrava che stessero arrestando Totò Riina. Una cosa incredibile».


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