Via E. Amari, la rambla che (non) visse due volte Argiroffi: «Ma noi proveremo ancora a realizzarla»

In principio fu Istud Design. Si trattava di un progetto fatto e finito chiamato PassìO, che andava a ridisegnare via Emerico Amari ancor prima che il cantiere per la realizzazione della chiusura dell’anello ferroviario la sventrasse, tenendola chiusa per ormai oltre quattro anni. A firmare la proposta erano stati gli architetti Salvatore Palmeri, Monica Greco, Annalisa Cillari con l’aiuto dall’art director Anna Yudina. Quello della rambla in stile catalano è un sogno che più volte però si è ripetuto nell’arco della storia recente della città. Puntualmente, però, l’illusione di passeggiare in un’area pedonale, ricca di verde, sentendosi a Barcellona, si è infranta contro la dura realtà: quella che ci riporta a Palermo. 

Passìo, affiancava all’isola, verde e pedonale lunga 600 metri, due carreggiate percorribili in auto. Ma quel progetto ambizioso, presentato e apprezzato in circoscrizione, è rimasto solo una bella suggestione. Cinque anni dopo ci hanno riprovato i grillini. È ancora una volta periodo di rinnovo del Consiglio e della Giunta comunale, gli alfieri a cinque stelle capitanati dal candidato sindaco Ugo Forello presentano Porta Maris, la loro versione della rambla su via Emerico Amari. «Non era ancora un progetto – spiega Giulia Argiroffi, consigliera del M5s e membro della commissione Urbanistica – l’idea non era definitiva, andava condivisa con i commercianti e gli abitanti di via Amari e sarebbe stata una compensazione per i disagi procurati dal cantiere dell’Anello».

Nel concept pentastellato si voleva vedere l’accesso alla via come una nuova porta della città «considerando – continua Argiroffi – che la maggior parte del flusso turistico entra da via mare con il traffico dei crocieristi, si può parlare di un nuovo ingresso per raggiungere direttamente piazza Politeama. Da lì, poi, andando a Sud si può vedere il centro storico e a Nord la parte ottocentesca, il percorso liberty». Nelle intenzioni di massima c’era quella di «pedonalizzare di tutta l’area, con un accesso carrabile a ore e l’idea del parco diffuso: legando tra loro luoghi che singolarmente non avrebbero nessun valore, ma che tutti insieme davano la percezione di uno spazio verde. Un progetto legato alla compensazione dell’Anello ferroviario, che si sarebbe potuto realizzare lasciando anche solo dei parcheggi, coperti da dei giardini». 

Anche se in opposizione, il M5s è riuscito a entrare in Consiglio, presentando il più nutrito tra i gruppi consiliari e l’idea non è del tutto stata messa da parte. «Non essendo in maggioranza – conclude la consigliera – tutto è più difficile, ma ci crediamo ancora. Avevano promesso che entro il 15 dicembre avremmo avuto gli elaborati del 2000 del Prg, che riteniamo un passaggio fondamentale per potere elaborare delle proposte. E una volta consultato il piano regolatore torneremo a parlare anche di via Amari».

In una precedente versione di questo articolo il progetto PassìO era stato erroneamente dato per commissionato da Tommaso Dragotto. 


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