«Non siamo padroni della nostra agenda. Aspettiamo l’incontro». Poche parole a MeridioNews, pronunciate al telefono da Riccardo Fabbro, che mettono l’ennesimo punto interrogativo nella trattativa per la vendita del Calcio Catania. Il tanto atteso faccia a faccia tra Nino Pulvirenti, patron della società rossazzura, e il controverso Raffaello Follieri, l’imprenditore di San Giovanni Rotondo che ha sbandierato ai quattro venti la volontà di comprare il club, non c’è ancora stato. Stesso discorso per la chiacchierata con l’amministratore delegato Pietro Lo Monaco.
Follieri è atterrato nel capoluogo etneo ieri pomeriggio, accompagnato proprio da Fabbro. Quest’ultimo dal 2017 è titolare, insieme al socio Marco Minotti, di Futbol Management, agenzia con base a Roma che si occupa di procuratori sportivi. A legare il 33enne alla Sicilia è anche l’esperienza da direttore generale del Trapani Calcio. Il duo Fabbro-Follieri è stato accolto all’aeroporto Fontanarossa dagli imprenditori Silvio Ontario e Nico Torrisi. Esponente di Confindustria ed ex presidente di Pubbliservizi, il primo, vicepresidente regionale di Compagnia delle opere e amministratore delegato della Società aeroporto di Catania, il secondo. Subito dopo è cominciata una lunga sequenza di incontri tra Follieri e alcuni imprenditori locali. I nomi, almeno per il momento, restano top secret.
Di certo c’è l’incontro con il sindaco Salvo Pogliese. Tifoso del Catania – abbonato da anni in tribuna B – e nelle scorse settimane protagonista di una dura presa di posizione sulla situazione della società che ha mandato su tutte le furie l’amministratore Lo Monaco. Secondo quanto appreso da MeridioNews l’incontro tra Follieri e il sindaco, durato circa mezz’ora, si è svolto nella hall dell’hotel Excelsior di piazza Giovanni Verga. A fare da tramite, rivela la fonte al nostro giornale, sarebbero stati alcuni influenti personaggi, su tutti proprio Ontario.
L’incontro con Pogliese ha rappresentato l’occasione per «ribadire in maniera ufficiale la volontà del gruppo Follieri – si legge in una nota -, allargato a una cordata di imprenditori locali, di investire su un serio progetto che da qui a cinque anni possa riportare il Catania in serie A». Per riuscirci però bisogna prima comprare. Follieri assicura di potere fornire rassicurazioni per le vie ufficiali all’attuale proprietà, «sempre se veramente intenzionata a vendere». Entro domani bisogna trovare l’unico punto d’incontro: cioè quello del faccia a faccia, magari a Taormina, con Nino Pulvirenti. Nell’attesa, Follieri passerà la notte nel prestigioso hotel Baia Verde di Nico Torrisi.
La trattativa però non è semplice anche per il momento di forti fibrillazioni che sta vivendo il Catania. Lunedì per il patron Pulvirenti sul tavolo arriverà il nodo Meridi, la società a cui fa capo il marchio della grande distribuzione Fortè. Travolta dalla crisi e con diversi punti vendita destinati alla locazione a favore dei pugliesi di Apulia. Ma a destare grande interesse è la decisione, che potrebbe arrivare proprio lunedì, del tribunale fallimentare di Catania, sul piano di ristrutturazione del debito offerto da Pulvirenti.
Follieri, che in passato ha già provato a entrare nel mondo del pallone fallendo però l’acquisto di Foggia e Palermo, si dice pronto con la sua Follieri Capital Limited a firmare un patto di riservatezza con il Catania. Ossia l’accordo che dovrebbe tutelare le parti nella trattativa e la confidenzialità delle informazioni. Alla stipula Follieri annuncia di essere in grado anche di presentare il documento che dovrebbe attestare la provenienza dei fondi. Proprio il nodo economico è uno dei più nebulosi di questa storia. La società di Follieri ha base a Londra e, come dimostrano alcuni documenti visionati da MeridioNews, ne fanno parte il padre Pasquale e altri due soggetti: nello specifico Laurie Campbell Myers e il potente lobbista americano Anthony Podesta. Quest’ultimo è sicuramente il nome più noto, anche perchè il fratello John è stato capo di gabinetto di Bill Clinton e ha curato la campagna elettorale della moglie Hillary alle presidenziali.
Anthony Podesta è noto anche in virtù del suo coinvolgimento nel cosiddetto Russiagate sulle interferenze russe nella campagna elettorale americana. Prosciolto a settembre, è stato indagato dal procuratore speciale Robert Muller per i collegamenti con Paul Manafort, l’ex presidente della campagna elettorale di Trump. Secondo l’accusa, una società di Podesta avrebbe avuto collegamenti con una no-profit ucraina sostenuta dal partito locale filo russo.
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