Velodromo, dai pochi fasti all’abbandono Lo sport negato tra buche e raid vandalici

Campo pieno di buche, spogliatoi con porte e lucchetti rotti, furti di rame e stato di semi-abbandono. Il velodromo Paolo Borsellino, negli ultimi tempi, è balzato agli onori della cronaca forse esclusivamente per la querelle tra il Comune e il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, che sulle ceneri di questo impianto vorrebbe costruire il nuovo stadio dei rosanero. Di sportivo c’è ben poco, considerando anche che la situazione della struttura non è delle migliori.

Costruito a partire dal 1989 con i fondi disponibili per i mondiali di calcio del ’90, l’impianto venne inaugurato nel 1991 con una sfida di ciclismo tra velocisti. Abbandonato dopo quell’evento, fu recuperato per disputare il campionato del mondo di ciclismo su pista del 1994. Successivamente ha ospitato altre competizioni sportive, come il rugby, le squadre palermitane di football americano, la formazione primavera del Palermo e la squadra di calcio femminile della Ludos Palermo. Inoltre, si sono disputati al velodromo alcune gare dell’Universiade del 1997, il primo campionato del mondo di football americano nel 1999 e il torneo di Rugby a 7 nei Giochi delle Isole del 2011.

Adesso, però, l’impianto appare lasciato a se stesso e con la scarsa o inesistente manutenzione diventa anche teatro di atti di vandalismo. «Il velodromo è lasciato al totale abbandono – spiega Cinzia Valenti, presidentessa della squadra di calcio femminile Ludos Palermo – e per rimetterlo in sesto servono diversi milioni di euro. Sono molto scettica sul fatto che si riesca a fare qualcosa, la situazione è drammatica. Il Comune dovrebbe fare molta più attenzione alla scadenza dei vari bandi europei, l’unica arma che l’amministrazione potrebbe sfruttare per recuperare gli impianti in disuso».

Fino allo scorso anno, la Ludos Palermo si allenava proprio al velodromo Paolo Borsellino, allenamenti che si svolgevano tra mille difficoltà. «Anche quando questo impianto funzionava – prosegue Valenti -, c’era un campo ai limiti della praticabilità. E abbiamo anche constatato come, per colpa della vandalizzazione, ci fossero porte e lucchetti rotti. Per le atlete, inoltre, il rischio infortuni era veramente alto, perché il campo era pieno di buche».

La presidentessa della Ludos lancia una provocazione. «A cosa serve avere un impianto così, se è inutilizzabile? A questo punto forse sarebbe meglio abbatterlo e costruire lo stadio come vorrebbe Zamparini. Tra l’altro, il costo per un allenamento serale con le torri faro è altissimo per le società dilettantistiche, mentre in una struttura privata paghiamo un quarto di quanto richiesto dal Comune».

A spiegarci quanto è pericoloso per le atlete allenarsi all’interno di una struttura lasciata a se stessa è Irene Intravaia, difensore della Ludos Palermo. «Siamo costrette a prepararci in un campo di calcio a 5, pur essendo una squadra di calcio a undici, perché a Palermo ci sono tante strutture inagibili come il velodromo. Lì il manto erboso è inesistente, paragonabile alla terra da zappare. Il Comune deve assolutamente spendere e incentivare lo sport, cosa importantissima anche per i bambini, perché fa crescere umanamente in un contesto sociale e perché educa al rispetto dell’altro».

Luca Di Noto

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