Unict, il caso Maggio finisce in Parlamento Forza Italia presenta un’interrogazione a due ministri

Il caso del licenziamento del direttore generale dell’università di Catania Lucio Maggiogiudicato illegittimo dal tribunale del lavoro e sul quale pende un reclamo che verrà discusso il prossimo mese, sbarca anche al Parlamento. Elena Centemero, deputata di Forza Italia e responsabile del settore scuola e università del partito di Silvio Berlusconi, ha presentato lo scorso 5 dicembre un’interrogazione parlamentare rivolta ai ministri dell’Istruzione e della Semplificazione. Ripercorrendo l’iter che ha portato all’applicazione della legge Gelmini e descrivendo il caso catanese, Centemero chiede se «i ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti e se abbiano contezza di altri episodi analoghi». E, di conseguenza, «quali iniziative di competenza intendano intraprendere per ribadire che a ciascuno degli organi individuati dalla legge sono attribuite specifiche funzioni da esercitarsi nel rispetto del principio di autonomia e di responsabilità decisionale». 

Tema della discordia è sempre l’autonomia assoluta rispetto a rettore e consiglio d’amministrazione invocata da Lucio Maggio, che lo ha portato a una serie di decisioni giudicate talmente gravi dal cda e dal magnifico Giacomo Pignataro tanto da stabilirne il licenziamento – qualche settimana fa revocato – sei mesi fa. L’onorevole azzurra, inoltre, chiede di conoscere «quali rimedi intendano proporre, anche sul piano normativo per evitare che venga disattesa la ratio della riforma della governance del sistema universitario», per evitare «ingerenze» tra i diversi organi universitari «a scapito del corretto funzionamento degli atenei». 

Con il sistema universitario alle prese con i ricorsi per i test di Medicina, le specializzazioni nel settore e l’accusa per la ministra Stefania Giannini da parte della Corte dei Conti di danno erariale, non è difficile prevedere come andrà a finire l’ultima tappa della vicenda. Inoltre, le singole strutture universitarie godono di estrema autonomia: per cercare di modificare lo statuto varato dall’ex rettore Antonino Recca e firmato dallo stesso Maggio, perfino il Miur ha dovuto ricorrere alle vie legali.


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