Il nome di Angelo Cirrincione ha affiancato quello di colleghi da tutto il mondo, da Majoli a McCurry, nell'iniziativa della rivista Perimetro e della Onlus Liveinslum, che ha raccolto una cifra notevole per l'ospedale Papa Giovanni XXIII, in piena zona rossa
Un palermitano tra i 100 fotografi per Bergamo «In pochi giorni raccolti oltre 725mila euro»
«Bergamo chiama, i fotografi rispondono», è il messaggio condiviso dai canali social della rivista fotografica Perimetro che, in collaborazione con la Onlus Liveinslums, ha messo in piedi un’iniziativa di proporzioni internazionali per raccogliere fondi da devolvere nell’acquisto di materiale tecnico necessario al reparto di Rianimazione e terapia intensiva dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, nell’epicentro della zona rossa. Cento fotografi, sulla carta, in realtà sono molti di più, hanno donato delle loro stampe, messe in vendita per il fine benefico al prezzo simbolico di 100 euro. Alla fine il contatore delle donazioni, chiuso domenica scorsa, ha segnato 726.600 euro.
Da Oliviero Toscani ad Alex Majoli, da Giampaolo Sgura a Maurizio Galimberti, per citare alcuni degli italiani, mentre dall’estero sono arrivati i contributi persino di grossissime firme come Steve McCurry, che ha donato un suo scatto carpito a Venezia nel 2011. E tra questi grandi nomi c’è anche quello di Angelo Cirrincione, fotografo e appassionato palermitano, noto – tra l’altro – per avere contribuito alla nascita del singolare progetto Fotofoglio.
«Se qualcuno un giorno mi avesse detto che una fotografia delle mie, scattata, così, per le strade di New York sarebbe servita ad aiutare medici, infermieri e pazienti durante una pandemia non ci avrei mai creduto – racconta il fotografo – Il fine è doppio ed è quello di aiutare e allo stesso tempo diffondere cultura. È bello perché c’è un insieme di artisti di tanti generi: ci sono fotografi che hanno una visione completamente diversa dalla mia, altri simile, comunque la cosa bella è che si può appendere a casa una fotografia che è un ricordo di qualcosa che si è fatto in un periodo tragico per l’umanità».
«L’iniziativa – continua – si è evoluta in maniera piuttosto semplice e rapida, si potrebbe replicare benissimo con tante altre forme d’arte, con la pittura, la scultura, con i libri, sarebbe un bello strumento per fare entrare la cultura nelle case delle persone. Perimetro ha avuto la forza di avere una buona comunicazione su Milano e hanno avuto ottime risposte, anche dall’estero. Le vendite vanno benissimo, già al terzo giorno erano arrivate a 300mila euro e forse si riusciranno a estendere le donazioni a qualche altro ospedale».