Un mostro ha ucciso Valentina: “Non c’è perdono per chi ha fatto questo a nostra figlia”

Era bella Valentina, anzi bellissima. Era giovane, era piena di vita. Era una figlia amata. Da due genitori che non hanno mai creduto al suo suicidio. E che, adesso, pensando al suo presunto assassino,  non sentono nessuna pietà: “Non esiste il perdono per chi ha fatto questo a nostra figlia”.

Parole comprensibili, pesanti come un macigno, quelle che  Nino Salamone, papà di Valentina – la 19enne uccisa nella villetta di Adrano, la notte del 24 luglio 2010- riserva a  Nicola Mancuso, oggi arrestato per l’omicidio della figlia (ve l’abbiamo raccontato qui).
“Non ho parole, ma potete immaginare quello che provo, provo pena e pietà per questa persona e per i suoi complici. Queste persone non devono nemmeno vivere”, ha detto insieme alla moglie Dina Ventura, parlando con i giornalisti nello studio del loro avvocato, Dario Pastore.

La madre di Valentina tra le leacrime, dice: “Questi due anni per noi sono stati tremendi. Non abbiamo vissuto e non vivremo più: come dire sopravviviamo. Per me é finita quel giorno. Gli amici di Valentina, questi amici, sono spariti, non li ho piu’ visti”.

Non a caso, gli investigatori stanno scandagliando anche la cerchia delle amicizie/conoscenze di Valentina. Secondo la loro ricostruzione, infatti, l’uomo non avrebbe potuto fare tutto da solo. Gli inquirenti non sembrano avere dubbi neppure sul movente del delitto: “Mancuso avrebbe infatti deciso di sbarazzarsi di Valentina, la cui presenza era ormai diventata troppo ‘ingombrante’, a causa delle continue richieste di lasciare la moglie e delle frequenti scenate di gelosia”.

La riapertura delle indagini, a due anni dall’omicidio, dopo quella che era sembrata una frettolosa archiviazione del caso tra i capitoli del suicidio, suscita l’indignazione del legale della famiglia Salamone: “E’ evidente che ci sono state delle lacune clamorose, palesi all’inizio delle indagini. Chiederemo agli organi competenti di accertare le responsabilita’ e, in tal caso, di punire e perseguire i responsabili di queste condotte”.

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