da Salvatore Petrotto
ex Sindaco di Racalmuto,
riceviamo e volentieri pubblichiamo
La dimissioni della Minnetti? Inutili. Raffaele Lombardo? Un protagonista della politica che ha distrutto la politica. Angelino Alfano? Unespressione di nullità. Giorgio Napolitano e Nicola Mancino? Stanno provando la stessa amarezza dei Sindaci dei Comuni sciolti per mafia.
Un Vittorio Sbargi scoppiettante, quello che si è esibito ieri sera a San Leone, la località di mare di Agrigento. Loccasione per presentare Il Partito della Rivoluzione e lAssociazione ‘I Tartassati’, fortemente voluta dal vicesindaco di Licata, Giuseppe Arnone (da non confondere con lomonimo ambientalista, o presunto tale, di Agrigento).
Tanta la gente presente al Dioscuri Palace Hotel di San Leone. Tra questi, il sindaco di Licata, Angelo Graci, consiglieri comunali e provinciali, avvocati, commercialisti, tanti giornalisti locali e numerosi operatori culturali.
E stata loccasione giusta per rilanciare quel doloroso grido dallarme per ovviare alle pesanti distorsioni di una fiscalità terribilmente opprimente e che non consente alcuna forma di crescita economica ed occupazionale.
Lo spunto comico da cui ha preso le mosse lAssociazione è riconducibile a quel famoso film con Totò ed Aldo Fabrizi, dal titolo appunto: I TARTASSATI.
Siamo stati sino a mezzanotte inoltrata a sentire Vittorio Sgarbi. Che ci ha spiegato anche tante altre cose, come solo lui sa fare. Sgarbi ha non poco inveito, per fa comprendere le ragioni del suo impegno antimafia, contro le perversioni degli antimafiosi di professione.
E visto che si trovava ad Agrigento, una stoccata lha riservata ad Angelino Alfano, che non trova niente di meglio, in un momento in cui lItalia sta affondando che chiedere le dimissioni di Nicole Minetti da consigliere regionale della Lombardia!
“E chi se ne frega della Minnetti?”, ha affermato Sgarbi, che ha in mente delle grosse novità sul versante degli accordi politici nazionali in favore dellaffermazione degli ideali di libertà e bellezza. Qual è linsano trattamento riservato alla Sicilia? Raffiche di ingiustificati scioglimenti per presunte infiltrazioni mafiose dei Comuni, quali Salemi od ancora Racalmuto!
E sì, la lingua batte dove il dente duole: La Sicilia con la sua incontenibile bellezza mi suscita un moto di profonda amarezza, per la totale impossibilità di portare avanti un qualunque progetto di governo, sia a livello amministrativo o altro , ha detto il noto critico darte.
Ed il pensiero corre anche verso il Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, il quale a parere di Sgarbi, “ha fatto una vera rivoluzione criminale, nel senso che ha ucciso completamente la politica, per cui qualunque alleanza è lecita. E avendo distrutto ogni appartenenza, ogni identità politica, in Sicilia abbiamo davanti un panorama di opportunismo”.
Ritornando ad Angelino Alfano, Sbarbi non ha avuto pietà: “E’ una persona alla quale nulla è uscito dalla sua testa, cioè unespressione di nullità”.
E poi Grillo come Berlusconi? E il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano?
“Quando ha firmato i decreti di scioglimento per presunte infiltrazioni mafiose di Salemi e Racalmuto lho chiamato e mi ha detto che si è trattato semplicemente di un atto dovuto, ci ha riferito Vittorio Sgarbi, in coda al suo intervento.
“Ma adesso – ha aggiunto Sgarbi – Napolitano si preoccupa per le iniziative a suo carico assunte dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, a proposito della trattativa Stato-mafia e del suo interessamento a favore di Nicola Mancino (sotto inchiesta a Palermo). Il Presidente della Repubblica e lex ministro dellInterno, nonché ex vicepresidente del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura), stanno provando le stesse sgradevolissime sensazioni e sono assaliti dalla stessa triste amarezza e rabbia che abbiamo provato noi sindaci allatto dello scioglimento per infiltrazioni mafiose”.
“Che questultima iniziativa giudiziaria – ha detto il critico d’arte – portata avanti dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo serva da monito e da lezione a Giorgio Napolitano, lo speriamo un po tutti, considerato il dilagare di certe devastanti iniziative antimafia che coinvolgono e travolgono tutto e tutti!”.
Vittorio Sgarbi avrebbe voluto contattarmi in quei concitati momenti che hanno visto i nostri due Comuni accomunati da una triste vicenda di volgarità istituzionale, frutto di decisioni insensate ed ingiustamente punitive.
“E stato come se si volesse colpire chi ha voluto far trionfare unimmagine della Sicilia che si riscatta veramente -ha precisato Sgarbi – contro ogni forma di speculazione propria dei Professionisti dellAntimafia degli Affari. Adesso è necessario avviare una serie di iniziative di lotta contro delle decisioni trancianti da parte di organismi dello Stato che erano al servizio di un ex Ministro dellInterno, Roberto Maroni, ritenuto, soltanto per usare degli eufemismi, un fanatico, per non dire altro ”.
Lidea di Sgarbi è quella di entrare in Parlamento, far parte di una Commissione di Indagine per svelare i retroscena di queste terribili decisioni, quali quelle relative allo scioglimento per infiltrazioni mafiose dei Comuni di Racalmuto e Salemi, per far mettere sotto inchiesta chi ha concepito queste terribili aberrazioni e cioè quelle di cercare la mafia laddove non cè e lasciare indisturbati i veri mafiosi che fanno affari non solo in Sicilia, ma anche nel resto dItalia.
Ed ovviamente io ho subito pensato alla specificità racalmutese, alle mie denunce alla Procura della Repubblica di Agrigento riguardanti le evidenti illegalità nella gestione del ciclo dei rifiuti e dellacqua nellAgrigentino, affari sporchi che ammontano a qualche miliardo di euro!
Per occultare i veri crimini, riteniamo io e Sgarbi, parafrasando un Leonardo Sciascia dannata, quello del CONSIGLIO DEGITTO, con lo scioglimento dei Comuni di Racalmuto e Salemi si è solo voluto inscenare la parodia di un crimine che non esiste!
E di queste vicende anchio ho parlato apertamente, rivolgendomi ai tanti convenuti, alla presenza di Vittorio Sgarbi.
La speranza è che limpostura e la falsificazione della realtà, in Sicilia, non continuino a produrre artificiosi scioglimenti per mafia di Comuni, resisi responsabili soltanto di avere tentato di promuovere una sana gestione del territorio, delle risorse umane, economiche, sociali e culturali.
La rinascita della Sicilia deve necessariamente partire dal trionfo di un profondo ideale di bellezza, ovviamente anche interiore, che è anche una vera promessa di felicità.
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