«La caduta del razzo potrebbe verificarsi entro domani mattina, ma la cosa importante è quella di non creare allarmismo su eventuali pericoli». Prima di parlare di cosa sarà del razzo Long March 5b e cosa arriverà sulla terra del vettore, lanciato in orbita lo scorso aprile dalla Cina, Carmelo Falco, ricercatore astronomico dell’osservatorio di Isnello GAL Hassin, a MeridioNews precisa che l’argomento bisogna trattarlo con attenzione. «Il razzo trasportava un silos con dei mezzi che serviranno alla costruzione di una base spaziale che dovrà nascere – spiega l’esperto – Purtroppo ci sono stati dei problemi tecnici che hanno fatto sì che le operazioni di rientro avvenissero in maniera incontrollata. In queste ore abbiamo osservato le orbite che compie questo vettore, ma non sappiamo come e quando si romperà, né di quali materiali è fatto».
Il mezzo lanciato in orbita ha un peso di 18 tonnellate, una lunghezza di circa 32,2 metri e un diametro di 5 metri. In queste ultime ore, sulla base dei dati raccolti dai sensori europei e statunitensi, è stato calcolato che alcuni pezzi, che potrebbero staccarsi dal razzo cinese dopo il contatto con l’atmosfera terrestre, potrebbero cadere in una vasta area dell’Italia centromeridionale. Alla luce di questi dati l’area potrebbe comprendere nove regioni italiane: Lazio, Abbruzzo Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. Nelle scorse ore il dipartimento della protezione civile ha istituito un tavolo con l’Agenzia spaziale italiana a cui hanno partecipato la presidenza del Consiglio dei ministri, i ministeri dell’Interno, della Difesa, Affari esteri e di Cooperazione internazionale, Enac, Enav, l’istituto superiore per la protezione e per la ricerca ambientale.
«Il suo raggio avrà una latitudine compresa tra i meno 45 e i più 45 gradi – continua Falco – Questo vuol dire che la caduta non riguarda solo l’Italia, ma può comprendere mezzo emisfero a Sud e mezzo emisfero a Nord. Avvicinandosi alla terra si sfalderà e man mano che l’atmosfera si farà più densa, e la temperatura si alzerà, potrebbero cadere dei piccoli pezzi che potrebbero causare lievi danni: in questo senso, la protezione civile fa bene a invitare alla cautela».
Falco si concentra anche su quello che sta succedendo sul piano geopolitico. Come fa notare il ricercatore, la presenza di una base spaziale cinese vicina alla terra sarebbe indicativa di come il Paese voglia lanciare un segnale di contrapposizione al Giappone e al restante blocco occidentale. «Cina e Russia in questo senso stanno svolgendo diverse operazioni in risposta agli altri Paesi – commenta Falco – di questi fatti ne potremmo sentire parlare in futuro. Farne una il più possibile vicina alla terra è importante sia in termini economici, ma anche in termini di trasporto: è normale che se le distanze si riducono si può trasportare un maggiore carico». Non resta che attendere la giornata di domani. «Di solito questi razzi una volta che sono vicini alla terra, vengono deviati per cadere in mare – conclude Falco – Questa volta non è potuto accadere. Aspettiamo le prossime ore per capire quale saranno gli sviluppi».
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