Ogni mese c’era un passaggio obbligatorio per scongiurare il licenziamento. Ricevuto l’accredito dello stipendio sul conto corrente bisognava prelevarne circa la metà e restituirlo a chi la paga l’aveva concessa. Così la titolare di una cooperativa che gestisce una casa per anziani a Catania – le generalità non sono state fornite dalle forze dell’ordine – si sarebbe fatta restituire circa 50mila euro da febbraio 2016 a marzo 2017. La donna è finita nel mirino dei carabinieri del nucleo ispettorato del Lavoro, coadiuvati da quelli in servizio al comando provinciale di piazza Giovanni Verga.
L’imprenditrice adesso si trova agli arresti domiciliari, come disposto dal giudice per le indagini preliminari. La 44enne è accusa di estorsione aggravata e caporalato. Il personale della struttura infatti non sarebbe stato costretto soltanto a tornare parte dello stipendio. I dipendenti avrebbero affrontato turni di lavoro massacranti, senza la possibilità di beneficiare dei periodi di ferie. Stesso quadro per quanto riguarda i riposi settimanali e le indennità accessorie. A dare il via alle indagini la denuncia di una delle vittime. In un quadro generale di collaborazione attiva da parte di quasi tutti i dipendenti.
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