Timpa di Leucatia, mozione regionale per tutela del sito Intanto gli attivisti chiedono che l’area venga protetta

Un polmone verde al confine con Sant’Agata Li Battiati dove, circondato dagli ambienti naturali, si scorge un giardino segreto. Uno scenario invidiabile, che conserva l’acquedotto benedettino del XVII secolo e beni risalenti all’epoca che va tra il II e il III secolo dopo Cristo. È solo una parte di ciò che si trova nella Timpa di Lucatia, l’ambiente naturale lontano dal cuore di Catania. L’area, fino a poche settimane fa vittima degli incendi, continua a essere sotto l’attenzione delle associazioni cittadine e di una parte della politica, che adesso chiedono alle istituzioni una maggiore tutela. Nell’ultimo anno la Timpa catanese è stata oggetto di dibattito a causa delle opere realizzate al suo interno in un terreno di proprietà di Dusty immobiliare. La ricostruzione dell’immobile, segnalata da due associazioni, è stata una questione che nel giro di poco tempo è stata sollevata in Consiglio comunale da Graziano Bonaccorsi, passando dall’Assemblea regionale siciliana con un’interrogazione della deputata M5s Gianina Ciancio, per poi finire poi alla Camera dei deputati, con una richiesta di chiarimento al governo da parte della parlamentare Simona Suriano. A giugno le opere di Dusty sono state bloccate da un provvedimento dell’ufficio Urbanistica, salvo poi, con la decisione dello scorso gennaio, essere rivalutate dall’ultimo procedimento del tribunale amministrativo che ha accolto il ricorso presentato dalla ditta. Oggi è stato indetto un sit-in dove associazioni e attivisti hanno unito le loro idee per chiedere alle istituzioni la protezione di tutta l’area della Timpa di Leucatia

«Al di là della singola questione che riguarda le opere realizzate da Dusty, serviva fare un quadro complessivo sullo stato della Timpa e sul suo futuro – afferma Gianina Ciancio a MeridioNews – In più è necessario prevenire eventuali speculazioni future». L’incontro è servito anche a chiedere che sull’area vengano apposti dei vincoli diretti. Uno di questi è di tipo archeologico, dato che nel sito insistono, oltre ai bunker della Seconda guerra mondiale e degli elementi risalenti al periodo preistorico, anche una tomba di epoca romana. «Gli incontri e i sit-in, come quello di oggi, servono a pungolare chi di dovere – precisa Ciancio – Nell’area ci sarebbe già un vincolo archeologico, ma non sarebbe mai stato trasformato in decreto, come ci ha fatto sapere la Soprintendenza. Noi abbiamo chiesto che il procedimento venga avviato». Affinché vengano apposti i vincoli sull’area, i deputati del Movimento Cinque Stelle all’Ars hanno interpellato la Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali e adesso hanno deciso di presentare una mozione in cui chiedono all’assessorato competente di «attivare e/o completare il procedimento per l’apposizione del vincolo diretto di tipo archeologico-etnoantropologico-architettonico all’acquedotto dei benedettini e di valutare l’apposizione del vincolo diretto alla tomba romana e all’area delle capanne preistoriche su Monte San Paolillo e quello diretto alle strutture militari».

La mozione arriva dopo le interrogazioni di aprile e settembre 2021, con cui Ciancio e colleghi hanno chiesto alla Soprintendenza e all’assessorato ai Beni culturali pareri e chiarimenti in merito al rilascio delle autorizzazioni per i lavori che sulle opere di demolizione e ricostruzione da parte di Dusty all’interno dell’area. Nell’ultima occasione. l’ente regionale aveva fatto sapere di aver avviato l’iter per la dichiarazione di tutela del vincolo nei confronti dei bunker e delle torrette su monte San Paolillo. Quella dei vincoli sulla Timpa di Leucatia è una vicenda che va avanti da parecchi anni. La necessità di una tutela maggiore dell’area era già stata avanzata da Legambiente nel 2003, lo stesso circolo ambientalista che successivamente, nel 2009, farà sospendere per la prima volta il cantiere su Monte San Paolillo. Nella mozione che sarà presentata in aula dal Movimento Cinque Stelle, si legge che Legambiente ha riferito che l’area è stata sottoposta a vincolo di notevole interesse pubblico attraverso un verbale. Tuttavia quest’ultimo passaggio trova la contrarietà dalla stessa Soprintendenza, che fa sapere come questo vincolo «non è mai stato trasformato in decreto»

Secondo le osservazioni fatte dai privati, esisterebbero già i presupposti per la tutela del sito, quale area boschiva e archeologica, per quello che secondo gli attivisti sarebbe da considerare un sarebbe considerato un geosito. Nell’attesa di conoscere gli sviluppi dell’ultima mozione, a chiedere maggiore tutela del sito nei giorni scorsi sono state diverse associazioni catanesi che hanno costituito un comitato con l’obiettivo che venga realizzato il Parco della Timpa di Leucatia per «promuovere e sostenere iniziative finalizzate alla tutela, valorizzazione e fruizione». A chiedere l’istituzione del Parco sono state le associazioni: l’associazione Copernico, Lipu Catania, Legambiente Catania, Wwf Sicilia Nord-Orientale, Amici della Timpa, Ente Fauna Siciliana, Stelle e Ambiente, Cavalieri della Mercede Catania e Kiwanis international divisione 2 Etna. Intanto, nonostante la decisione del Tar di accettare il ricorso di Dusty che aprirebbe alla ripartenza dei lavori per gli immobili da realizzare, la questione rimane aperta. Graziano Bonaccorsi ha chiesto una riunione in commissione Urbanistica con il dirigente del settore Fabio Bisignani, al fine di conoscere le intenzioni degli uffici comunali sul futuro dei lavori nella Timpa.  


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