Ennesimo incidente sul lavoro in un cantiere nel Palermitano. Un operaio di 22 anni ha perso una falange della mano mentre lavorava in fabbrica, nell’area industriale di Termini Imerese, in uno stabilimento dove vengono costruiti impianti navali e industriali. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 e i carabinieri. Il 22enne è stato così sottoposto a un intervento nel reparto di Chirurgia plastica dove i medici hanno stabilito per lui una prognosi di 10 giorni.
Secondo una prima ricostruzione, si sarebbe rotto un tirante che sosteneva una lastra di ferro. Non è ancora chiaro se sia stato il tirante a tranciargli la terza falange di una delle dita della mano destra o se la mano sia rimasta schiacciata sotto il pesante blocco di metallo. Il giovane operaio è stato portato in ambulanza al Civico di Palermo. «Sta bene – spiega un altro operaio – ma non è stato possibile riattaccare il dito nonostante i colleghi abbiano tenuto la falange sotto ghiaccio e l’abbiano consegnata agli operatori sanitari».
Un episodio che riaccende i riflettori su un tema drammaticamente attuale, la sicurezza sul lavoro, sul quale i sindacati da tempo chiedono un cambio di passo. «Gli incidenti si verificano in maniera fin troppo frequente con una cadenza insopportabile e spesso sono persino mortali» – denuncia Calogero Guzzetta, segretario Cgil Palermo. Una situazione ormai «insostenibile» lamentata più volte dalle organizzazioni dei lavoratori che puntano il dito soprattutto contro la carenza di ispettori. «È chiaro che se non ci sono i controlli non finirà mai questa tragedia che si ripeterà senza fine. Perché le norme ci sono, ma molto spesso non vengono rispettate».
Una situazione che coinvolge tutta la Regione ma che nel capoluogo assume contorni preoccupanti. «Palermo è in una situazione disastrosa – sbotta ancora Guzzetta – una città dove operano solo quattro ispettori a fronte di 20 a Caltanissetta e di 30 a Catania». Alle prese con 79mila imprese iscritte alla Camera di commercio, appare evidente che ad oggi ispettore toccano quasi 20 mila imprese da controllare: «Un’impresa impossibile, di questo passo servirebbero almeno 50 anni. C’è un problema serio che si lega a quello della sicurezza e del lavoro nero. La nostra posizione è sempre la stessa – conclude – chiediamo alle istituzioni che si faccia prevenzione in modo tale da non dove piangere periodicamente morti e feriti».
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