Quattordici anni dopo, Palermo ritrova la serie A1 di pallanuoto. E lo fa grazie al Telimar che torna nel massimo campionato dopo aver avuto la meglio su Camogli nella finale playoff. Una promozione che non è stata semplice, ma che è stata comunque raggiunta: «Promozione sofferta tantissimo – spiega il presidente Marcello Giliberti – ma meritata di più. Abbiamo lavorato per costruire questo risultato, quest’anno in particolare dopo alcune stagioni meno brillanti. Ho voluto puntare in maniera dichiarata alla promozione e non ho mai nascosto il nostro obiettivo, perseguendolo anche nei momenti difficili».
Momenti che sono stati superati grazie a un grande finale di stagione: «Abbiamo reagito grazie a un gruppo coeso. L’ultimo periodo è stato pesantissimo, dopo il cambio in panchina. Il nuovo tecnico ha impostato un rapporto un po’ più elastico e comprensivo con i ragazzi. È stato tutto un crescendo e abbiamo giocato bene, i playoff sono stati un capolavoro, sia con Bologna sia con Camogli. In Liguria, tra l’altro, abbiamo fatto l’impresa quando eravamo sotto 8-5». Il presidente fa anche i complimenti ai suoi ragazzi per la sua prestazione: «In gara 2 siamo stati più freschi dei nostri avversari, nonostante espulsioni di ogni genere e natura. Potevamo forse chiuderla in maniera più rotonda, ma tutto sommato il +2 ci sta tutto. La partita non è stata mai in discussione». Nessun tipo di scaramanzia per il sette dell’Addaura: «Ero certo del risultato – conclude il presidente Giliberti –, la scritta che campeggia sulla vasca (Telimar Città di Palermo Serie A1, ndr) fa capire che ero convinto che l’avremmo chiusa. Niente scaramanzia. C’era voglia e fame di serie A1».
Serie A1 raggiunta grazie al contributo dei protagonisti, capitanati quest’anno dal bomber Francesco Ciccio Lo Cascio: «Per me è stato un onore essere il capitano di questa squadra, perché siamo una famiglia. Lavoriamo a testa bassa da settembre per raggiungere questa promozione, ci siamo riusciti. Ho vissuto i playoff con serenità, felicità e concentrazione». E il segreto per il risultato raggiunto sembra essere stato proprio il gruppo: «Siamo riusciti a costruire tutto, la squadra – spiega ancora il capitano del Telimar – si è unita giorno dopo giorno. Ho ancora la pelle d’oca per tutti i tifosi che ci hanno seguito nella gara decisiva (oltre 1.600 persone, ndr). Sembrava quasi che ci fosse tutta Palermo in piscina, è stato emozionante e spero che quando ricomincerà il campionato la tribuna sarà sempre così piena».
In panchina nel finale di stagione sedeva Ivano Quartuccio che ha preso il posto di Zoran Mustur dopo un periodo difficile attraversato dalla squadra: «A me non piace molto parlare, preferisco stare sul pezzo e far parlare i fatti. Trovare delle parole è realmente difficile, è una sensazione quasi inspiegabile, un sogno che si avvera. Vedere una piscina così piena è rarissimo. I ragazzi sono stati fantastici, la squadra ha lottato nonostante fossimo carichi di falli». E il tecnico è proprio carico di complimenti per i suoi ragazzi: «Abbiamo fatto vedere quanto ci tenevamo. Tutti i big erano fuori per limite di falli e in acqua c’erano dei ragazzi, alcuni dei quali al primo playoff. Il cuore però va oltre l’ostacolo e succede anche questo». Quartuccio è subentrato nel finale di stagione al montenegrino Zoran Mustur: «Il passaggio di consegne è stato un po’ traumatico, però siamo riusciti a compattarci in poco tempo. Ho trovato dei ragazzi con grande voglia di mettersi a disposizione e lottare». Infine una battuta sul futuro più immediato: «Adesso andiamo in vacanza (ride, ndr)».
La storia del club è anche Fabrizio Di Patti, vicecapitano che 20 anni fa fu convocato per la prima volta in A2 proprio contro Camogli, nei playoff. «È una grande emozione, per me è la seconda promozione in carriera contro i liguri. Devo ringraziare il pubblico che è stato fantastico ed encomiabile. Siamo soddisfatti e contenti di quanto ottenuto». E proprio in quanto elemento storico del club, Di Patti ha caricato la squadra: «Ai miei compagni ho semplicemente detto di divertirci. Eravamo consapevoli che fosse una partita particolare, diversa dalle altre. Ci giocavamo la promozione davanti ai nostri tifosi e non potevamo deludere, questo ci ha caricati. Eravamo stanchi dalla trasferta in Liguria, dovevamo assolutamente vincere Gara 1». La gara è stata complicato, anche per via di diverse espulsioni: «L’espulsione di Saric ha inciso, perché lui è la nostra punta di diamante, ma noi non ci siamo mai disuniti. Abbiamo giocato bene, siamo una vera squadra è una vera famiglia». Infine, un ringraziamento speciale: «Voglio ringraziare il presidente Giliberti, che l’anno scorso mi ha convinto a fare un altro anno dicendomi che avrebbe rinforzato la squadra per ottenere la A1. Mi ha dato questa grande emozione. È stato difficile perché le prime sei o sette squadre erano allo stesso livello, poi col cambio allenatore abbiamo subìto un colpo. Ma Ivano – conclude infine Di Patti – ci conosce da tantissimi anni e abbiamo ottenuto ottimi risultati».
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