«La Tari pro capite in Sicilia nel 2018 è aumentata dell’8 per cento rispetto all’anno precedente, continuando a rappresentare un peso insostenibile e spesso ingiustificato. A Palermo la situazione è ancora peggiore, con un aumento dei costi vicino al 10 per cento». Lo dice Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo e membro della Giunta Nazionale di Confcommercio con delega all’ambiente. I dati analitici, che riguardano la tassa sui rifiuti pagata da cittadini e imprese, sono contenuti nel report dell’Osservatorio sulle tasse locali di Confcommercio, (www.osservatoriotasselocali.it) diffuso oggi.
«Il dato della Sicilia è il peggiore in Italia dopo l’Umbria, a conferma della sempre crescente distanza tra il servizio offerto e i fabbisogni standard. – prosegue – Nello specifico, Palermo contribuisce con 122 milioni e mezzo al costo della Tari (che a livello nazionale ammonta a 9 miliardi e mezzo). Paghiamo di più a fronte di un servizio sempre più scadente – lamenta -. L’allarme lanciato il mese scorso trova adesso riscontro nei numeri ufficiali di Confcommercio. E i dati diffusi dalla Regione sulla raccolta differenziata, con Palermo al 18,9 per cento, non si avvicinano nemmeno lontanamente a uno standard appena accettabile, considerato che per legge si dovrebbe raggiungere almeno il 65% e che la media siciliana è attestata al 39%».
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